Storie della buonanotte per bambine ribelli (e madri con il senso di colpa)
Il successo di “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è l’esempio lampante di come noi mamme moderne abbiamo interpretato il nostro ruolo di educatrici di figlie femmine.
Di “Storie della buonanotte per bambine ribelli” ho iniziato a sentir parlare mesi fa, quando anche in Italia si è diffusa la notizia di queste due giornaliste expat, Elena Favilli e Francesca Cavallo, desiderose di realizzare il libro attraverso il crowdfunding di Kickstarter. Passato un po’ di tempo vengo a sapere che la loro idea è riuscita a raccogliere qualcosa come 2 milioni di dollari per procedere alla stampa di 60.000 copie del libro, edito da noi in Italia da Mondadori.
Oggi il libro è un successone, visto che è in testa alle classifiche delle vendite (ennesima conferma che la letteratura per ragazzi funziona, almeno lei!) e io stessa, dopo aver ordinato il libro su Amazon, ho dovuto aspettare qualche giorno perchè nei magazzini in pronta consegna non c’era più nulla.
Quando mi è arrivato ho detto: WOW!
“Storie della buonanotte per bambine ribelli” è un oggetto di per sè bellissimo. Una copertina da urlo, con una finitura superficiale vellutata e preziosa, utilizzando un materiale moderno e “tecnologico”. L’illustrazione di copertina perfetta per essere fotografata, condivisa sui social, non solo esposta in vetrina, ed estremamente accattivante per mamme e bambine. Per non parlare delle illustrazioni (solo illustratrici donne) a corredo delle storie raccontate.
Per ogni sera della settimana una pagina che parla di una donna o ragazza che si è distinta nel proprio campo. Non biografie, direi, ma flash sui momenti topici nella vita di queste persone, quelle fasi delle vita in cui hanno dovuto fare scelte, prendere posizione, affermare se stesse e i propri desideri, anche a dispetto di un ambiente ostile.
A qualcuno però questo libro non è piaciuto (tra le varie critiche: non è inclusivo per i maschi, le donne scelte non andrebbero bene, le bio troppo corte), però a questi detrattori io dico: il suo successo eclatante dovrebbe farvi riflettere più dei difetti che ci trovate.
“Storie della buonanotte per bambine ribelli” è andato a colmare in modo semplice e commercialmente comprensibile un vuoto gigantesco.
Il topos è la storia della buonanotte. E la stragrande maggioranza delle storie della buonanotte prevedono principesse indifese e bellissime che alla fine vengono salvate e si sposano. Qui si va a sostituire il cliché con la realtà della vite di queste donne, ciascuna straordinaria a modo suo.
E noi mamme moderne abbiamo smesso di sentirci in colpa.
Abbiamo smesso di leggere storie del tubo per bambine sottomesse.
P.S.: la sera leggo una paginetta a mia figlia, che è grande e potrebbe leggere da sola, ma così abbiamo ripristinato un rituale affettuoso, che le consente di fare molte domande. Infatti, proprio perchè sono bio molto stringate, se un personaggio incuriosisce si può approfondire successivamente insieme e questo è un effetto molto positivo che va al di là del libro. E poi, dal suo letto nella stanza a fianco, anche il fratello ascolta volentieri e fa domande. Più inclusivo di così!
l’ho regalato alle bambine (mia nipote e figlie di amici) che hanno fatto la Comunione quest’anno. a volte è piaciuto di più di tanti altri regalini senza dubbio più preziosi. non tutti ovviamente lo capiscono. forse devi essere stata un po’ ribelle anche tu mamma. ribelle davvero e non solo di facciata. con i miei figli maschi ne è nata una bella conversazione e l’hanno sfogliato un po’ prima di regalarlo. forse ne comprerò una copia per me, che ribelle lo sono ancora e ben più di prima.
Beh, in effetti è un’idea veramente ribelle di regalo!
Comunque a mio figlio 11enne il libro piace molto. Non solo tutte le sere ascolta anche lui una storia insieme a sua sorella, ma vedo che non si pone minimamente il problema che siano tutte storie di femmine. Le ascolta, gli piacciono, fa domande e guarda le illustrazioni.