Lettere di altri tempi
L’altra sera raccontavo a Marito di un post di Piattini a proposito dello scrivere lettere, cosa che con l’uso di internet oggi non si fa più. Anche a me accade spesso di pensare quanto possa sembrare strano ai nostri bambini il fatto di prendere un foglio, scriverci qualcosa, imbustare e mettere un francobollo. Per esempio, quando con Fagio leggiamo "Il libro dei Mestieri" di Richard Scarry faccio non poca fatica a fargli capire che Bettina vuole comunicare con la nonna scrivendole una lettera e quindi va in posta ad acquistare un "adesivo" che poi si mette sulla busta.
– Ma a cosa serve l’adesivo?
– Senza adesivo la lettera non arriva.
– …
Mentre gli racconto tutto questo Marito scoppia a sghignazzare tra sé e sé.
– Beh, cos’è che ti fa così ridere?
– Ma come, non la sai la storia del Dino e della sua madrina di guerra?
Apriamo una parentesi. Il Dino era mio suocero, un uomo mitico di cui dovrei scrivere la biografia. Nato signore nel centro di Milano nel 1918, con servitù, possedimenti e un’educazione severa che oggi ci farebbe rabbrividire, prima con la morte del padre e poi con la II Guerra Mondiale aveva perso tutto. Però era un vincente, un leone, uno che lavorava per obiettivi ma si sapeva anche godere la vita alla grande: molte donne, viaggi, auto veloci. Si è sposato a 50 anni.
Le madrine di guerra, invece, erano delle signorine di buona famiglia animate da uno spirito solidale e patriottico, che "adottavano" un militare al fronte inviando loro missive di incoraggiamento e pacchi di cibarie.
Il Dino era ufficiale dei Carabinieri, ha avuto una fortuna sfacciata durante tutto il conflitto e pure quando si è ferito la cosa gli è stata utile per non essere mandato in Russia. Anche lui aveva la sua madrina di guerra. Cinico com’era, mi viene da sorridere al pensiero di cosa mai potesse pensare delle lettere che riceveva.
Il rapporto epistolare era andato avanti per un po’. Poi il Dino era tornato a casa in licenza e si era dato appuntamento con la donzella in Piazza Duomo per una reciproca conoscenza vis-à-vis. Conoscendolo, immagino che volesse capire se la ragazza fosse "interessante". Un pomeriggio piacevole, un té in Galleria, modi cortesi, un velato corteggiamento di altri tempi. Ed era arrivato il momento del commiato.
– Mi ha fatto piacere conoscerla, signorina.
– Anche a me, tanto.
– Ah, sì? – chiede sornione il Dino.
– Eh, sì! Quello a cui scrivevo prima è morto!
Improvvisamente scende il gelo in Piazza Duomo. Il Dino è scaramantico ed egoista, il suo senso di sopravvivenza prevale sulla galanteria. Spintona la poveretta e le urla con il suo vocione:
– Ma vada via, menagrama! Non mi scriva più, lei porta rogna!
Oggi forse non si sarebbe fatto più trovare al cellulare.
Che bel ricordo…effettivamente l’idea della lettera risulta proprio strana ai nostri bambini, i miei non fanno più neanche i compiti sul quaderno, viaggia tutto via mail.Se la censura cinese me lo permetterà ancora passerò a leggerti più spesso. A presto!
uauauauauau che ridere e io che pensavo che ci fosse il lieto fine!
della serie insomma, che stavi raccontando la storia vera dell’incontro tra due capostipiti, x capirci!
io quando ero fanciulla concupivo un sacco di ragazzetti con le lettere: ne arrivavano tutti i giorni a casa, da tutte le parti e mio padre mi fregava i francoblli x la sua collezione.
ogni tanto mi diceva: mi servono francobolli dalla francia, xkè nn te ne trovi uno di li????
ahhh il bel tempo andato!
mammaincina: ciao famiglia in Cina! Un abbraccio e grazie della visita.
emily: non sai quanto vorrei dedicare un sito agli anedotti su mio suocero, robe da non credere! Mi manca molto. Quanto a te: ma se ti sei messa con Re Mida a 14 anni, a quanti anni hai cominciato a broccolare? Mantide O’Gallo!
Caspita che tipo! Ma dici che tutti i “leone” sono vincenti? :-))
sì hai ragione, la devi scrivere la biografia
mammachefatica: no, ma ci provano sempre. Perchè, sei leone anche tu?
piattins: mia musa, dovrei commissionarla a te la biografia. Quand’era ancora vivo ci avevamo pure pensato. Cmq un sacco di aneddoti hard.
ma che carina questa storia! Anche a me ha colpito il post di Piattini
ehm…nn vorrei rivelare troppo della mia adolescenza burrascosa, ma diciamo che abitando lontano (30 km) Re Mida per alcuni anni è stato “uno” dei miei morosi…il problema era quando ci trovavamo in montagna con tutta la compagnia, ogni tanto ho dovuto scegliere lui ahahahah
diciamo che verso i 17 anni mi sono data una calmata e sono diventata monogoma ( o quasi…) ma se lo sapevo che poi ci sarebbe stato questo tran tran aspettavo un po’ ad accasarmi!
anche a me manca molto mio suocero,e sono passati pochi anni e qui nn lo ricorda più nessuno, che tristezza
Che idolo tuo suocero! E certo che la damina di carità avrebbe potuto risparmiarsi un’uscita del genere… probabilmente il Dino le ha detto il fatto suo! 🙂
chiara: ma sì, infatti. Anche la damina non è che avesse esercitato molto tatto. Se l’è meritata.
che bello questo racconto!cmq io voto per le lettere sui cellulari, non c’è paragone!