La competizione tra le madri
la competizione tra le madri

La competizione tra le madri

Stamattina sono stata intervistata da Radio Capodistria. La giornalista, Barbara Costamagna, con poche domande è riuscita a tirare fuori da me molte risposte implicite, le classiche cose che hai dentro ma ogni tanto è sano condividere.

Qui potete ascoltare quello che ci siamo dette.

 

Su tutte, oggi che i miei figli si avviano a concludere le elementari, ne vorrei ripetere qui una.

La competizione tra le madri è come la gramigna:

intossica l’ambiente.

 

Prima la gara è sull’età della prima parola o dei primi passi.

Poi si sposta sul saper leggere a 5 anni, mentre tuo figlio è ancora alla materna.

Quindi si proietta sui voti di scuola, con bambini costretti ad imparare a memoria il registro di classe per poterlo riferire a casa.

Ma va avanti anche dopo: sulle prestazioni nelle attività extra-scolastiche, nella bellezza fisica, nel rendimento al liceo, nei fidanzatini…

 

La giornalista oggi mi ha chiesto: cosa ti aspettavi dal web quando hai aperto il tuo primo blog?

Ho risposto:

Nulla, però a quei tempi (nel 2008-2009) ho trovato ascolto, empatia, solidarietà, amicizia.

Sarebbe bello che nel mondo reale – perché di quello virtuale si fa presto a parlar male e trovare tutti gli alibi del caso – tra madri ci fosse ascolto, empatia, solidarietà e amicizia.

Che tuo figlio abbia 3 mesi oppure 15 anni.

  1. D
    D03-15-2017

    Sarebbe bello, sì.
    La competizione però intossica qualunque ambiente, non solo quelle delle madri.

    • M di MS
      M di MS03-16-2017

      Ecco, mi spiego meglio: la competizione per interposta persona.

  2. M
    M06-16-2017

    Io volutamente non chiedo MAI i voti dei compagni a mio figlio per due motivi: non voglio preoccuparmi eccessivamente e non voglio alimentare dannosi confronti. Le mie paturnie le esterno, moderatamente, ai colloqui con gli insegnanti.
    Eliminata anche la chat di classe per evitare del tutto comparazioni di qualsiasi natura; certo faccio la figura dell’asociale! Preferisco così 😉