Io che c’ero vi dico che…
Eravamo tutte all’Acqua Acetosa, nella sala convegni del CONI di Roma, quando sullo schermo è apparso lo spot di cui si parla molto in rete: “Best Job”.
In realtà un mini film, perfetto, emozionante, che punta dritto al cuore e difficilmente lascia indifferente anche chi cerca di fare il cinico.
Ma chiamiamolo spot. Eccolo.
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Ottimo mix di musica e montaggio, che ti trascina in un climax ascendente. La lacrima alla fine ti libera, anche se lo guardi cinque, sei volte. Io personalmente quando vedo la scena delle colazioni nei quattro continenti mi sciolgo tutta e vedo me stessa. Così come vedo me stessa in quella madre taxi driver che cerca la figlia nello specchietto retrovisore e la vede addormentata, per mesi e poi per anni, fino a ritrovarla adolescente.
Pensatela come vi pare, può anche non piacervi per niente.
Ma voi questo spot provate a guardarvelo con cinquanta mamme di atleti olimpici che rappresenteranno l’Italia a Londra 2012. Provate ad osservarle mentre fissano lo schermo con gli occhi lucidi, la mano che si abbassa verso la borsetta per cercare il fazzoletto, il dito che cancella una lacrima furtiva. Provate a stare lì, mentre allo spot seguono le gigantografie dei loro figli: nome e specialità. E poi statevene lì, quando tutto finisce e loro sono felici, orgogliose e battono forte le mani.
Il cuore che martella di queste mamme te la dice tutta.
Anche se nello spot di padri non se ne vedono, pure se esistono. Non ci sono perché se ci fate caso le immagini vogliono semplicemente trasmettere la visione soggettiva di una madre che vive a fianco di un figlio atleta. E perché ovviamente P&G si rivolge alle mamme.
Ma è anche un modo per ringraziare le mamme e bisogna essere onesti: il padre dà i valori, affianca nell’agonismo, ma il duro lavoro di tutti giorni, quello per cui non si dice mai grazie ed è dato per scontato (su e giù per la città in macchina, lavare i calzini sporchi, svegliati che devi andare a scuola, hai fatto i compiti, perché sei triste oggi) è ancora tutto delle mamme. I padri che fanno questo vengono visti come particolarmente bravi e meritevoli, quindi per il momento sono eccezioni, certamente giustificate dal lavoro, e comunque da loro non ci si aspetta un impegno quotidiano.
Per dire, io oggi ho accompagnato mio figlio a nuoto, l’ho phonato, gli ho dato la merenda e poi con la sorella a casa a ricopiare i supereroi. Mio marito è uno sportivo, se c’è da fare una competizione genitori-figli ci va lui, ma tutti i giorni, nella ripetitività, ci sono io. Abbiamo ore e ore di video di famiglia in cui il nostro bambino nuota, girate tutte da me perché a mio marito fare video interessa poco, in cui non mi si vede mai. Eppure mio figlio ha imparato a nuotare così bene grazie a me e forse tra 20 anni neppure se lo ricorderà.
Il padre di un atleta, una persona molto signorile, mi ha detto: ”Io sono la mente, la madre è il braccio”. Io gli ho sorriso, ma per me è chiaro chi dei due negli anni ha fatto che cosa.
In questi giorni di presentazione del progetto P&G “Noi mamme per lo sport” ho avuto il piacere di conoscere molte mamme di atleti italiani che parteciperanno alle prossime Olimpiadi. Tante donne diverse, alcune single, altre no, ma potete immaginare il loro orgoglio. Forse vi stupirò dicendovi che molte di loro non vedono l’ora che i figli finiscano la carriera agonistica, per rilassarsi un po’ e vedere la fine di una vita così impegnativa. Magari i figli non saranno molto d’accordo!
Per queste mamme lo spot P&G è una cosa vera, non un film. Pensate solo alla mamma di Antonietta Di Martino, la nostra migliore saltatrice in alto, che ha raccontato alle altre mamme di aver sempre supportato la figlia, costretta ad allenarsi in posti più somiglianti a campi di patate che piste di atletica (stiamo parlando del Sud). O alla mamma di Elisa Santoni, campionessa mondiale di ginnastica ritmica, che a 8 anni ha subito una seria operazione al cuore e poi è riuscita comunque a sfondare.
Alle Olimpiadi, quando vedrò in tv i loro figli, me le immaginerò trepidanti nello stadio e ognuna di loro avrà un volto.
Forza, mamme!
P.S.: se avete voglia di saperne di più eccovi la gallery fotografica dell’evento.
Non posso che essere d’accordo con Vero! Anche io non vedo l’ora che “i compiti di casa e di famiglia” vengano equamente condivisi tra mamme e papà, ma per ora siamo ancora un po’ lontani. I papà che vedevo all’asilo e che vedo ora a scuola o a basket e danza, dal pediatra, alle riunioni di classe sono ancora TROPPO pochi. Certo noi mamme possiamo fare molto per il futuro delle nostre figlie: educare per bene i nostri figli maschi.
Ma per ora, anche io mi ritrovo nello spot P&G.
E davvero vederlo con le mamme degli atleti è stata un’emozione fortissima! Ho conosciuto davvero delle mamme fortissime…
🙂
Concordo in pieno.
I padri ci sono, ma ancora un padre che fa quello che fanno le madri del video è “un grande papà”, “un papà presente”, “eccezionale”, “da imitare”, o “papà high care”.
Una mamma che fa tutto questo è solo una mamma.
E quindi sì, in questo spot i padri non ci sono ma onestamente è una foto della realtà. Quanti sono i padri “high care” in Italia? Pochi in percentuale.
E allora per una volta la diavolo il politically correct, e il portare avanti un’immagine paritaria, e tutto il cucuzzaro e prendiamoci il merito del lavoro che facciamo.
E poi mi ha commosso. Ho tanti amici atleti e so quanto è costato alle madri il seguirli, aspettarli, accompagnarli, curarli, vederli infortunati, o frustrati.
Se lo meritano tutto questo spot!
Concordo pienamente.
Rimango basita che il padre venga ancora considerato un’appendice nella quotidianità educativa. Rimango basita perché mio marito non si sognerebbe nemmeno di rimanere nell’ombra, perché lui c’e, li porta in piscina, li cambia, li lava, li educa. Ok, non tutti i padri sono così, e non parlo di impegni lavorativi, parlo di padri inesistenti anche quando ci sono. Le mie amiche mi chiedono come ho fatto ad insegnare a mio marito ad essere presente, ma io non ho insegnato nulla a nessuno, lui e’ così e basta. Ma, tipo, quando vostro marito dopo il ventesimo risveglio del pupo finge ancora di non sentirlo…un bel calcetto negli stinchi? Vabbe’, lo so che il problema e’ molto più complesso di così, purtroppo!
Lo spot è centrato sulle madri per ennemila motivi e questo lo sappiamo. Anche mio marito è un bravo papà e la notte insiste per farmi dormire e si alza lui.
Però a tutti i corsi ci sono io. Magari a lui piacerebbe sostituirmi, ma il lavoro non glielo permette.
Quindi faccio da sola in tante occasioni, non solo nello sport. Il grazie non lo pretendo, ma se esce uno spot del genere mi sento nel pieno diritto di prendermelo il grazie e pure di commuovermi.
Poi tienti presente che sono una markettara e non sono ingenua su certe dinamiche di mktg, eppure mi commuovo lo stesso.
Come dato di fatto vi segnalo comunque che le mamme degli atleti sono tutte più anziane di noi e quindi appartengono spesso a modelli di famiglia più vecchio stile.
Esatto. Anche mio marito è un papà presente e attento, ma il lavoro lo limita (oltre al fatto che se la farebbe sotto al primo infortunio! 🙂 ).
La P&G vende detersivi, secondo loro i detersivi li scelgono le mamme, (quelli di marca, i padri tendono a prendere le offerte no-name all’ hard-discount) quindi è tutto logico. E ipocrita. Per questo li boicotto da anni come posso.
Lo spot non deve essere morale o cambiare la percezione, per quello abbiamo Pubblicità e Progresso, quindi è fatto benissimo e serve al suo scopo. Se ne parla e lo si analizza e serve ancora meglio. Embè? Mica posso farmi piacere il committente per questo.
Poi se uno il tempo di guardare quel video volesse impiegarlo per farsi una ricerchina su Internet in quali obiettivi disgustosi e immorali la P&G investe i soldi che gli fanno guadagnare i clienti, va bene anche.
Insomma, io ce l’ ho con la P&G, non con i presenti, sia ben chiaro, voi vi amo a prescindere e sono anche d’ accordo con tutta l’ analisi dello spot che fai. Ma insomma, non ci scordiamo chi è e cosa fa quello che lo paga lo spot, magari c e lo godiamo ancora di più.
Ciao Barbara.
Confesso di non conoscere gli obiettivi a cui tu fai riferimento, ma so bene che tutte le multinazionali a vario titolo sono oggetto di critiche per i loro investimenti.
Come avrai capito tu come tutti quelli che mi leggono io non sono una che fa le crociate contro le multinazionali, sono una che si interessa, si incazza se lo ritiene, ma poi preferisce godersela.
Comunque c’è spazio per tutto.
amo questa donna….xkè dici sempre cose intelligenti???? ogni tanto spara caxxate che mi fai sentire meglio!
Immagino sia un errore e tu ti riferisca a Mammamsterdam!
Posso fare un attimo la cazzona? Secondo me questo spot fa piangere soprattutto per la musica: con quella musica lì, potrebbe scorrerci sopra una puntata dei Simpson e mi verrebbe ugualmente il magone!
Ma sai che lo penso anche io? Il connubio montaggio-musica è la chiave vincente dello spot.
Invece quello che non mi piace (limitandoci alla forma) è la mamma di colore alla fine, piangente e con le mani giunte. Un po’ troppo Filumena Marturano, per i miei gusti.
bellissimo questo post, grazie x averlo messo io nn l’avevo ancora visto. condivido tutto, e lo spot è davvero bello
Come vedi uno spot davvero bello che pero’ tira fuori discussioni non mielose!
Sono d’accordissimo con te. Anche noi siamo pieni di foto e video dove sono ritratti la mia bimba e il mio compagno, perché sono tutti momenti eccezionali, ma nella quotidianità ci sono sempre io. E non c’è polemica in questo, è semplicemente un dato di fatto.
Comunque sì, lo spot di p&g mi commuove ogni volta che lo guardo, e mi piace tantissimo. Ma anche il tuo post mi ha commossa, e tanto! Ciao!
Grazie! Mi ha fatto piacere conoscerti. Alla prossima!
Arrivo oggi sul tuo blog da pollywantsacracker. Ti dico grazie per questo post. Ho letto cosi’ tante intepretazioni orrende di questo spot che il tuo cosi’ pulito e lineare e’ una boccata d’aria.
Grazie Lucy, il tuo commento mi fa piacere.
Anche io ho letto tante interpretazioni. Vedi, queste campagne di comunicazione si prestano a dotte disquisizioni sul marketing – e ci mancherebbe altro, visto che la P&G è l’azienda che meglio applica il mktg nel mondo. Però…non so, ho come l’impressione di essere circondata da professorini.
Ah, ti e’ andata bene. A me sembra di vivere nel 1970.
Bello lo spot ma molto bella anche la campagna stampa…io mi commuovo ogni volta che la leggo….
Allora ti commuoverai ancora perchè adesso partiranno le interviste alle nostre mamme italiane. Questa è la prima, della mamma di Matteo Taglaoiriol https://www.facebook.com/pgitalia
Per la cronaca: adesso è uscito questo spot della Volkswagen, che a me è piaciuto molto. E’ interamente centrato sulla figura del padre e io non mi sento offesa o ghettizzata come madre. Quante balle! http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=oeKuFs0KxO8