Cara giovane mamma
cara giovane mamma

Cara giovane mamma

Sono in giro per Milano quando, ad un semaforo, una giovane mamma con un passeggino mi si accosta e chiede indicazioni stradali.

Le rispondo che la strada più breve è prendere il tram. Lei mi risponde che no, preferisce camminare anche se deve andare abbastanza lontano e fa caldo.

Ho capito – mi scappa detto. – Camminare migliora la giornata piuttosto che chiudersi in casa con il pupo urlante.

Mi sento un’impicciona, come quelle vecchie signore che attaccano bottone in farmacia o sui mezzi pubblici. Nessuno ha chiesto la mia opinione.

E invece questa mamma mi sorride ed esclama:”Proprio così!”

Senza accorgercene ci troviamo a percorrere un tratto di strada insieme. Non ci conosciamo nemmeno da cinque minuti e mi racconta già tutto: la solitudine nella grande città, i genitori lontani, il reflusso del bambino, la paura di non essere capace di fare la mamma e il desiderio di esserci sempre, al meglio. La permanenza da incubo in ospedale, lo stesso in cui mi sono trovata – male – io, con un’esperienza praticamente fotocopia della mia.

Si vede che ha bisogno di parlare con qualcuno che la capisca, fosse solo un’estranea come me.

Mamme blogger, vi ricorda qualcosa?

Mi racconta che suo marito fatica a capire la sua stanchezza e addirittura un’amica con cui si è giustamente sfogata per i problemi di allattamento l’ha condannata senza un briciolo di empatia: “Essere mamma è un dono, sei pazza a lamentarti?”

Mamme blogger, vi ricorda qualcosa?

Le dico che a Milano ci sono posti in cui le neomamme possono conoscersi, socializzare e scambiare pareri. Anzi, che sono un po’ invidiosa, perché ai miei tempi queste cose ancora non esistevano.

Eppure dal suo sguardo e dai suoi racconti capisco che i problemi sono sempre gli stessi e vanno risolti innanzitutto nella testa e nel cuore delle mamme: la pressione degli “altri” ad essere una Brava Mamma, la paura che abbiano ragione loro, che tu non sia effettivamente capace, il legamene unico con il proprio bambino, così diverso da quello immaginato, così sfiancante e difficile, e ciò nonostante pieno d’amore, di senso, di infinito.

Sono tutte tacche che ti renderanno Mamma Certificata! – scherzo per darle coraggio.

Poi passa, sai? Sembra incredibile ma passa. E poi ci sono miliardi di altri temi che ti appassioneranno! Il nido, la scuola materna, le elementari, le attività extrascolastiche…e su tutte troverai altre donne che ti giudicheranno, ti consiglieranno bene o male, cercheranno di farti sentire fuori posto.

No, non dirmi così! – ride ma non poi tanto la giovane mamma.

Rido anch’io, cerco sempre di riderci su. Poi mi faccio seria:

Non farti dire da nessuno sei sei una brava mamma o no. Sei tu la mamma migliore per il tuo bambino. E Poi leggi Winnicot! Quello che parla della mamma sufficientemente buona.

Si illumina:

– Lo cerco subito!

La guardo allontanarsi con il suo passeggino lungo il marciapiede che nove anni fa mi ha visto imboccare di omogeneizzato mio figlio, seduta su un panettone di cemento. Io, che camminavo tutto il giorno in giro per la città con il bambino, per non impazzire chiusa in casa da sola tutto il giorno. Che alla fine ho dato il latte artificiale al bambino quando ho capito che era proprio quella la scelta giusta della brava mamma di mio figlio.

Che ad un certo punto ho trovato ed ascoltato dentro di me una voce che non sapevo di avere, la voce della mamma che ero diventata: fiduciosa nelle proprie capacità, in sintonia con le esigenze del bambino, senza stare ad ascoltare chi con il ditino alzato volesse spiegarmi cosa significasse essere mamma per mio figlio.

Cara giovane mamma che ho incontrato oggi e forse un giorno leggerai questo blog:

ti ho scritto tutto quello che avrei voluto capire subito, ma non va mai così, quando nasce un bambino.

Prima passi sempre attraverso una serie di problemi, che ti si presentano per la prima volta, ed è solo con la tua esperienza che ne vieni a capo.

Ma su una cosa hai bisogno degli altri e devi essere irremovibile: pretendi di essere accolta e compresa nella tua stanchezza da chi ti ama e ti sta accanto, è fondamentale. Vivi giornate lunghe e ripetitive e meriti rispetto e vicinanza, proprio per ritrovare energia e motivazione.

E adesso non aggiungo altro, altrimenti sembro davvero una vecchia impicciona.

Mi sono tanto rivista in te.

Un grosso abbraccio.

Veronica.

  1. Mcomemamma
    Mcomemamma09-15-2016

    Che bello questo post! E quanto vero!
    Io ho ricominciato, dopo 6 anni, la terza volta e sto capendo molte cose anche di me stessa….. è proprio vero che è solo l’esperienza che fa la differenza ma questa purtroppo si costruisce sbagliando!
    Ripenso a me stessa con la prima bimbe mi faccio un po’tenerezza e un po’rabbia per la testardaggine di voler fare tutto da sola……
    Anche a farsi aiutare si impara piano piano
    Questa volta è tutto facile, i sensi di colpa non ci sono quasi più e davvero me la sto godendo……. meglio tardi che mai!!!!!

    • M di MS
      M di MS09-15-2016

      Sì, il terzo figlio è il figlio della maturità. Sono contenta che tu oggi ti senta così pienamente mamma!

  2. Mamma avvocato
    Mamma avvocato09-25-2016

    Io la comprensione e la vicinanza l’ho trovata sui blog mammeschi, non per strada, nonostante vivessi un paesino che giravo un lungo e in largo a piedi, tra neve e pioggia dell’inverno. E se avessi incontrato una come te, forse sarebbe stato più facile, però sai che ti dico: forse bisogna passarci attraverso per crescere ed essere madri migliori, perché più sicure di noi e del nostro valore!
    Un post molto bello e molto vero!

    • M di MS
      M di MS09-25-2016

      Sì. La maternità (e la paternità ) è stato il nostro militare! 😉