Barcellona photopost (con piccola polemica finale)
Barcellona e la Catalogna, 30 cuori (avete capito bene!) e una capannona nella campagna spagnola, un viaggio di famiglia che è anche un’esperienza di convivenza e divertimento. Di questo vi parlerò nel prossimo post.
Questo piccolo reportage fotografico invece vuole dimostrarvi che l’arte e il cibo si influenzano reciprocamente e che un viaggio in Spagna è un tuffo nel colore e nella forma.
Dal Teatro-Museo (dell’assurdo) di Dalì a Figueres …
…alle ceramiche del Parc Guell di Gaudì…
…fino alla sua casa Batllò …
… per visitare la Boqueria , l’immenso mercato coperto nel cuore della Rambla, dove mangiare prima con gli occhi e poi con la bocca cibi freschi e gustosi: jamon serrano, succhi, frutta, pesce, dolci, specialità locali.
P.S.: rimango sempre colpita da come paesi simili al nostro, come la Spagna o la Francia, riescano sempre a valorizzare i propri punti di forza, che poi sono anche i nostri. In fondo la Boqueria è un Mercato Orientale di Genova , eppure noi italiani non sappiamo comunicare le nostre eccellenze (confrontate il sito del Mercato e quello della Boqueria per farvi un’idea). Pensate anche solo alla varietà di salumi che offre il nostro paese e all’incapacità di sfruttarli commercialmente così come nell’ultima foto del mio reportage…Credo che la difesa lodevole del Made in Italy che persegue Eataly andrebbe commercializzata anche in modo meno alto e più diffuso, dal negozio top alla bancarella. Ma ahimé siamo sempre un po’ abitudinari e poco curiosi di quello che fanno altrove.
Bellissimo questo reportage…aspetto il racconto! Da Genovese…che dirti? come sempre hai perfettamente ragione! e pensare che il mercato orientale sarebbe un posto meraviglioso…ma siamo italiani….e genovesi pergiunta! sigh!
Senti questa: dopo aver pubblicato questo post ho incontrato un’amica di Barcellona che mi ha detto che gli spagnoli pensano esattamente la stessa cosa degli italiani! Gli italiani parlano molto e sanno vendersi bene, pensa un po’. Siamo simili anche in questo, ci vediamo allo stesso modo 🙂
bhe..questo ci consola allora! però i genovesi fanno comunque eccezione, parlano poco e la filosofia é: se ti piace così bene, sennò vai da un’ altra parte….
:'(
Se pensiamo che al Mercato Orientale vorrebbero mettere l’Esselunga…
No dai, non ci credo! E’ come quella sui poveri scoiattoli dei Parchi di Nervi, da far fuori tutti?
Come non essere d’accordo. Purtroppo 🙁
Copiare copiare. Qui bisogna copiare le idee che funzionano!
Faccio la solita Siciliana: a Palermo abbiamo valorizzato Ballarò. (il mercato storico). Che per anni era stato solo considerato luogo di borseggi.Anche se confesso che a vedere i tedeschi che fotografavano il pecoraio col formaggio ni mano e la coppola di traverso un pò mi sentivo un pesce in un acquario. In Spagna sono andata nel 97, e già allora mi stupivo di come fossero bravi a valorizzarsi.
Sì, anche io moltissimi anni fa sono stata a Ballarò. Capisco il disagio per la coppola. Consoliamoci pensando ai tedeschi dalle guance rubizze e i pantaloni alla zuava (bravissimi a vendersi anche loro). Ma la domanda è: ci si può valorizzare senza abbassare troppo il livello verso lo stereotipo?