A volte ritornano
Oggi sono molto triste.
Triste per il fine settimana appena trascorso, carico di dolore e assurdità, di pensieri cupi, preceduto a sua volta da un periodo in cui c’è poco da stare allegri, a tutti i livelli e non solo in Italia.
Sabato notte ero sveglia, nella casa al mare. Ma non ero nervosa, come sempre quando mi succede di non riuscire ad addormentarmi, pensando che il giorno dopo sarò stanchissima. Ero semplicemente attonita, incredula, sola nel mio stordimento.
E’ stato così che ho sentito i piatti nella lavastoviglie sbattere l’uno contro l’altro, la casa ballare: era il terremoto. Ci manca solo questo, sta a vedere che i Maia avevano ragione!
Potrei scrivere molte cose sul pensiero che corre ai poveri genitori della ragazza morta e degli altri ragazzi feriti a Brindisi, ma evito. Penso alla palude in cui si trova il nostro paese, come se delle mani uscissero dalla fango per afferrarla alle spalle non appena cerca di muoversi verso una nuova direzione. Penso al vuoto di potere, di politica, di ideali in cui ci troviamo a galleggiare, come un Titanic che si possa ancora salvare, seppure circondato da una piovra mostruosa che cerca di tirarlo giù.
A volte la tentazione di buttare all’aria tutto e fuggire altrove è grande, ma non sarebbe giusto. Eppure un senso di cinismo, di “si salvi chi può” mi assale, senza soddisfarmi. Perchè infatti qui non si salva nessuno se non INSIEME agli altri. Non si può salire su una scialuppa e pensare di remare lontano da chi affoga. Qui si affoga o ci si salva tutti insieme.
E mentre dico questo tanti fotogrammi della nostra storia si avvicendano nella mia mente, scanditi da una sequenza cronologica ma anche strettamente logica.
Tra cui questo
e questo
“Penso alla palude in cui si trova il nostro paese, come se delle mani uscissero dalla fango per afferrarla alle spalle non appena cerca di muoversi verso una nuova direzione. Penso al vuoto di potere, di politica, di ideali in cui ci troviamo a galleggiare..” Ho la tua stessa sensazione, ma ho una figlia di quasi sei anni: non le posso lasciare un paese così, ho bisogno (per me è per lei) di convincermi che la lotta funziona. Scappare non funzionerà mai. E la storia non ce la dobbiamo scordare.
Sì, avendo dei figli cambia tutto. Però ho già iniziato a pensare che i miei figli saranno cittadini del mondo, questa opzione purtroppo va almeno considerata.
In questi giorni è in vacanza in Italia un vecchio expat, amico dei miei, che vive ormai da più di 20 in Nuova Zelanda. Lui, che ha visto il vecchio stragismo, che avrà pensato di ciò che è successo a Brindisi? Posso indovinare? Che qui le cose non cambiano mai. Ci scommetto , guarda. Vive con sua moglie in una terra meravigliosa e pacifica, e ..perchè no? Perchè non inventarsi un futuro migliore fuori da qui, in un posto dove i figli tornano sempre da scuola?
Come faccio a proteggere mia figlia da tutto questo?
Bella domanda. Potrei risponderti con l’atteggiamento, ma non basta. Potrei risponderti con il voto. Sì, ma a chi?