Una mamma che ride. Quella sono io!

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Una mamma che ride. Quella sono io!

Chi mi legge da un po’ ormai conosce la mia opinione sul mondo della pubblicità e della comunicazione in generale. Non sopporto l’uso eccessivo degli stereotipi relativamente a qualunque tema (anche se capisco che lo stereotipo semplifica parecchio la vita del pubblicitario), ma ciò che proprio mi fa venire l’orticaria è la visione di tanta pubblicità e di tanti programmi televisivi, spesso rivolti alle donne di tutte le età, senza alcun rispetto per la loro vita reale, la loro autostima ed una sana relazione tra i sessi.
Quante volte mi sono arrabbiata di fronte ad uno spot insultante, ad un giochino televisivo pieno di vallette mute, scosciate e ben felici di esserlo, a programmi cosiddetti di infotainement (informazione + spettacolo) popolati di rifatte raccomandate?
Per non parlare poi dello stereotipo della mamma perfetta e tutta d’un pezzo che ci propongono i produttori di articoli per bambini. Per carità, va benissimo puntare al massimo della prestazione per un prodotto che poi mi serve per far stare bene il mio bambino, capisco anche che l’azienda voglia convincermi della qualità dei suoi prodotti, ma la parte più antipatica in tutto ciò è il messaggio subliminale: compra questa carrozzina e sarai la mamma perfetta, compra questi pannolini e sarai la mamma perfetta, compra questo additivo per bucato e sarai la mamma perfetta. Perché la mamma perfetta SA come pulire veramente un culetto senza irritarlo, SA come sbiancare un body merdoso, SA come scarrozzare il baby erede sul cocchio più prestazionale. Ecco, quello che trovo antipatico in questo genere di comunicazione è che esiste un’idea di madre bella precisa, che se la mena, che vuole il massimo. Sennò non ci siamo, non è vero amore.
Tante volte mi sarebbe piaciuto poter parlare con una di queste aziende e dire loro: ehi, io non sono così! Ma perché dovete rappresentare noi mamme in questo modo?
Per questo da subito ho abbracciato la filosofia di Talking Village: progetti di marketing guidati dalle persone, iniziati e ispirati dal “basso”. Non voglio essere un target, ma desidero essere un soggetto che comunica con le aziende per far sentire la mia voce nel rispetto delle reciproche intelligenze.

Ed ecco arrivare un progetto di conversazione divertente a cui vi invito a partecipare se ne avete voglia.
 
 

Descrivere la vostra maternità come realmente è.

Non quella degli spot e delle mamme sorridenti e truccatissime, delle turbo-casalinghe con la merendina pronta in borsetta e la pentola sul fuoco, ma la nostra. Ricca di episodi imprevisti ma anche spassosi.

Tutto quello che ci diremo entrerà a far parte di uno spettacolo comico in scena a maggio a Milano, protagonista una famosa attrice, anche lei mamma, che per il momento non vi posso svelare.

10 mamme blogger saranno le autrici di questo spettacolo (per sapere chi sono venite qui). Se anche voi volete buttarvi nel magico mondo dello show-biz e diventare co-autrici ecco come fare:

  • Se sei una mamma:

Scegli qui nella pagina ‘Collaborano con noi’ il blog che preferisci.
Dal 18 marzo al 7 aprile, vai sul blog, cerca il post che riguarda l’iniziativa ‘Mamma che ridere’ e raccontaci un aneddoto divertente legato a uno dei 6 temi che troverai sul blog che hai scelto. La tua storia può diventare uno degli spunti che serviranno a scrivere lo spettacolo.
Ogni settimana le autrici dei 15 aneddoti che troveremo più divertenti riceveranno una mega-fornitura di pannolini omaggio (un regalo utile, una volta ogni tanto).
Mi raccomando, quando scrivi il tuo aneddoto ricordati di inserire anche un indirizzo mail a cui contattarti e la taglia dei pannolini!

  • Se sei una Blogger:

Dal 18 marzo al 7 aprile compila il form che troverai qui per chiedere di collaborare. Riceverai via mail tutte le informazioni che ti servono.
Per ringraziarti della tua collaborazione riceverai due biglietti omaggio per lo spettacolo che si terrà a Milano nella settimana del 24 maggio.
Sollecita i commenti delle tue lettrici e segnalaci quelli più divertenti. Anche una delle tue commentatrici potrebbe ricevere una mega-fornitura omaggio di pannolini Huggies.
La cosa divertente è che entro il 2 aprile saranno selezionate 5 tra le blogger che si sono iscritte per invitarle partecipare ad un incontro con l’autore dello spettacolo e definirne insieme i contenuti.

Una delle 5 blogger potresti essere tu, trasformandoti da semplice spettarice a co-autrice. Bello, no?

 Ed ecco qua il tema che scelgo per scatenare – spero – i vostri commenti:

IL CONFRONTO CON LE ALTRE

Quanto più ti senti insicura, tanto più tendi a cercare il confronto con le altre mamme, in cerca di illuminazioni o di semplici conferme. Il rovescio della medaglia è che quando non riesci a sbandierare le stesse performance delle altre, la tua autostima vacilla e finisci per sentirti una perenne esordiente.
Ad esempio: “Io sembro una balena, lei invece è già una taglia 42”, “Lei sfoggia tailleur e tacchi a spillo, io vado ancora in giro con le coppette assorbilatte che traspaiono dalla camicia”, o ancora “Suo figlio è un torello, il mio in confronto sembra un ragnetto…”
Ma sarà vero che alle altre va sempre tutto meglio?

  1. wwmom
    wwmom03-20-2010

    Lei arriva a scuola. Bella, perfetta, sulla sua Porsche. Una giacca nera, una maglietta bianca un po’ trasparente, capelli lunghi lisci e neri, con la sua borsetta firmata e occhialoni da diva. Forse lo è, chissà.

    Io arrivo a scuola. Bella? Mah se mi guardo allo specchio mi vedo un mostro ultimamente, imperfetta, capelli che sul lato destro mi stanno in piedi perchè me li sono lavata prima di andare a letto e quindi hanno preso la forma probabilmente del cuscino, gonfia in faccia dal sonno, ho messo i jeans stamattina e mentre scendo dalla macchina noto che sono sporchi di pappa (ma và?!? che novità), maglietta bianca che risalta ancora di più quella pancetta post parto (sì va bene sono passati 9 mesi e allora?!?), chiavi appese al collo perchè se no le perdo sempre e niente borsetta perchè devo prendere una bambina in braccio di corsa (perchè sono sempre in ritardo ovviamente) e con tutto in tasca che straborda. Occhiali da sole un po’ storti perchè dopo l’ennesima caduta non ce l’hanno fatta. Io no sono una diva.

    Parcheggio di fianco a lei. Lei ha il posto privato davanti a scuola. Lei.
    Io lo trovo libero perchè appunto essendo in ritardo…
    Tommy esclama “Mamma la Porsche! La prendiamo anche noi?”. Ecco.
    Lei sorride. “Sai devi studiare tanto e andare bene a scuola e un giorno potrai comprartela”. E io “O magari diventi ricco e la compri alla mamma.”

    Già amore mio, guarda questa signora che sicuramente all’età di 32 anni si è guadagnata la sua Porsche. Io probabilmente mi ridevo mettere in sesto e lo farò, ma sono sicura che la mammaPorsche non è così perfetta…

  2. M di Ms
    M di Ms03-20-2010

    Grande wwm!
    Cmq non sei sola. Quando la mattina arrivo trafelata a scuola con n.2 pargoli che mi tirano a destra e a sinistra, ho sempre su lo stesso paio di jeans e scarpe da ginnastica, a volte struccata, sempre spettinata.
    Persino le maestre dei bambini, tutte in tuta regolamentare e antiscivolo, sono più a posto di me.
    Guardo la titolare dell’asilo e le altre amme che sembrano uscite da una boutique per yummie-mummy: stivalazzi da Peter Pan, collane etniche, occhiali da sole, maxi borsa. Ma come riescono a curarsi la mattina, dopo aver lavato due culi, due bocche due facce, vestito quattro gambe che scalciano, sollecitato urlando 50 volte a uscire di casa prendere l’ascensore uscire dall’ascensore salire in macchina non piangere scendere stare attenti alle auto che passano salutare la maestra dare il bacino alla mamma…cha fatica! Io mi rilasso dalle 9 e 30 in poi.