Pretty woman walking down the street
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Pretty woman walking down the street

Immagino che anche voi avrete visto questo video. Vi sembra realistico? Senza arrivare ad estremismi, c’è qualcuna di noi a cui non sia successo nulla di quello che si vede in questo filmato?

Quando ho compiuto più o meno dodici anni ho capito di avere un corpo che attirava gli sguardi degli uomini.
Però non riuscivo a capire il perché.
Io ero solo una bambina, sì, ero alta, ma lo ero sempre stata, per me non era un segno così distintivo.
Non mi vestivo alla moda o per sembrare più grande, da poco avevo messo gli occhiali, non mi truccavo, non mi interessavano i ragazzi, frequentavo una scuola media femminile.
Ma allora perché quando andavamo in gruppo a prenderci un gelato c’era spesso un signore che ci fissava e faceva certe facce laide, che ci lasciavano in uno stato di inquietudine e fastidio? Perché un sabato pomeriggio in metropolitana una signora sconosciuta aveva dato fuori di matto con un tipo che in effetti mi sembrava un po’ troppo vicino ad una mia compagna?
Insomma, alla fine anche una stordita come me l’aveva capito: le ragazzine piacevano.
C’è stato tutto un periodo in seconda media in cui la strada da casa a scuola mi sembrava pericolosa come un deserto in cui avrei potuto essere aggredita dai predoni. Nella vita di una donna ad un certo punto arriva sempre la paura dello stupro e non se ne va più.
A dodici anni questa scoperta è drammatica. Poi ti abitui, come ti abitui alle lenti a contatto, e quasi te la dimentichi. Anzi, è così parte di te che non sei più in grado di distinguere dove finisci tu e dove inizia lei.

Ridimensionata la paura dello stupro imminente, la ragazzina e poi la donna in me hanno dovuto fare i conti con il complimento stradale.
Per dire, tu stai camminando per i fatti tuoi ma l’ammiratore sonoro lo sgami dai cento metri. Se ne sta seduto fuori da un bar o su una panchina con il gruppo degli amici e inizia a slumazzarti da lontano, con un occhio di falco riconoscibilissimo. Lo vedi che sta già preparando la battuta, prendendo la rincorsa per il lancio. Tu cerchi immediatamente vie alternative, ma non esistono. Devi proprio passare di lì.

Una volta accanto all’ammiratore sonoro cerchi una scusa per guardare altrove, fingendo indifferenza, ma tanto l’apprezzamento arriva comunque. Se ti va bene è un complimento presente nello Zanichelli, altrimenti è molto più colorito. Lui/loro sghignazzano compiaciuti, tu ti imbarazzi.

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Quello che nei film di Verdone ti fa appellare simpaticamente con un “’’A fataaa!”, in pratica per te si traduce in:

Suoni strani, tipo fischi, per attirare la tua attenzione, ma non solo. Avete presente una via di mezzo tra un sibilo e un miagolio? Massì, lo sapete benissimo, che ve lo dico a fare.
Sguardi ai raggi x così penetranti che potrebbero dirti cosa hai nelle tasche.
Finte richieste di informazioni. Tu ti impegni a rispondere ma dopo due secondi ti dice che hai proprio dei begli occhi e tu ti senti una scema.

Dichiarazioni d’amore strampalate per cui vorresti mettere la testa sottoterra. Quando andavo al liceo dovevo per forza passare di fronte ad un plotone di studenti del tecnico professionale maschile che ci aspettavano solo per vedere delle ragazze. Una mattina uno di questi si è buttato per terra per guardarmi sotto la gonna.

A noi donne questi complimenti danno fastidio e di solito fingiamo di non sentirli. Però oggi come oggi non mi interessa più sviscerare tanto i nostri sentimenti, trovo più interessante parlare dei “corteggiatori”.

Secondo me il punto è che loro sono così pieni di entusiasmo nei nostri confronti che proprio non ci stanno dentro e devono comunicarcelo, qui, ora, subito. Come possiamo non sentirci gratificate? Lo sanno tutti che alle donne piace ricevere apprezzamenti, no? E poi, sapete una cosa? E’ il loro modo di rendersi visibili ai nostri occhi, di farci sapere che esistono, altrimenti non li fileremmo di striscio. Non so a voi, ma a me non è mai successo che un mega figo mi fischiasse per strada. Nel caso ditemi.

Ed infine, come siamo carine quando finalmente smettiamo di essere così aggressive e diventiamo rosse, ci imbarazziamo, abbassiamo lo sguardo. Che bello produrre quest’effetto su una donna. Fa sentire a un uomo il potere di inibirci, di sconvolgerci, di renderci inoffensive. Gli dà quel certo frisson.

Oggi, a 42 anni, di queste cose non me ne frega più niente. Anche perché non mi fischiano più al semaforo, purtroppo e per fortuna.

4709797-rottweiler-la-bambina-di-6-anni-su-sfondo-neroHo uno sguardo da rottweiler incazzato, mica da cerbiattina che si è persa nei boschi. Anche se mi dicono che il genere dominatrix ha sempre degli estimatori. Certo, pensare che un giorno mia figlia dovrà rivivere tutta la trafila non mi mette tanto di buonumore.

Io però negli ultimi anni di carriera da giovane cerva, prima di trasformarmi in mamma di Bambi, avevo sviluppato una certa ironia. cerbiatta

Pensate all’estimatore che vi urla qualcosa al semaforo, nel calduccio della sua auto, che si sente rispondere a gran voce: ”Buongustaio!”. Poverino, non sa più cosa rispondere. Eppure anch’io gli avevo fatto un complimento e non ero arrossita!

Ad ogni modo, siamo oneste. Certo che ci fa piacere ricevere un apprezzamento, solo che occorre usare il modo giusto.
Il vecchissimo slogan “Se qualcuno ruba un fiore per te sotto sotto c’è Impulse” è una grande verità della vita. Non mi riferisco al deodorante, ma al gesto, ovviamente. Oggi magari il creativo suggerirebbe di rubare un i-phone.
L’altro giorno un maschio sconosciuto non ancora in andropausa (lasciamo stare quella volta al ristorante in cui con delle amiche quarantenni siamo finite nel mirino di un tavolo di over sessanta: è come far giocare i minorenni con le slot) mi ha detto che era un piacere prendere l’ascensore con me.

Io sono rimasta un po’ di  legno perchè sinceramente non mi aspettavo una tale galanteria alle otto di mattina con l’occhiaia a fondo di caffè. Poi ho ringraziato, lui non ha detto più niente ed è sceso.

OK, ha usato un linguaggio un po’ tradizionale, ma non è stato meglio di un “bella gnocca”? Poi sono andata al bar a bere un caffè, me lo sono ritrovato davanti e mi ha sorriso.

Ora, io sono una donna seria e la cosa è finita lì, ma non è questo un bel modo di iniziare la giornata?

  1. costanza
    costanza11-04-2014

    ti dico solo che sono cresciuta in una città dove le caserme erano più diffuse delle panetterie. E, si sa, le caserme hanno le ore di libera uscita… e niente, solo per dire che camminare per strada e sentirsi fischiare, apostrofare e tutti gli annessi e connessi per noi ragazze a gorizia era la normalità. non ci si badava, si diceva ‘vabbè sono militari’. poi venendo a milano mi sono resa conto che non era la normalità :), adesso non succede più da anni, chissà perché 😉
    a parte gli scherzi, è ovvio che ora lo guardo dalla parte del genitore, e non so cosa penserei se mio figlio facesse lo stesso, il rispetto dell’altro si riesce a trasmettere agli adolescenti di oggi? spero proprio di sì.

  2. tatatata
    tatatata11-04-2014

    Stupendo, ricevere un complimento garbato e di prima mattina aumenterebbe la mia autostima, anche alla mia età.
    Pochi anni fa ai Giardini Marinai d’Italia con una piccola diva di due anni,(potevo esser la nonna) io sfatta dalle corse che solo gli inesauribili bimbi hanno, ci fermammo ad osservare i nonni che giocavano a bocce, parti il commento: UE TE VIST CHE PARTERRE ? sorrisi imbarazzata, ma dentro di me scoppiò una sonora risata.
    Il pregiudizio maschile alla vista di una donna sola sarà molto -ma molto- difficile da sradicare,e può essere in alcuni contesti estremamente fastidioso, io tento di risolverlo con una battuta fulminante e “quasi sempre” i MERLI restano spiazzati.
    Ma la strada, purtroppo è e sarà ancora troppo lunga
    Auguri

  3. M di MS
    M di MS11-06-2014

    Uno dei ricordi più vivi che ho di mia mamma è questo.

    Avrò avuto 7/8 anni al massimo. Ero una bambina timidissima.
    Io e mia madre camminiamo vicine e passiamo di fronte a dei vecchietti seduti fuori dal bar. Uno di questi mormora: “Che sguardo…”.
    Io e mia mamma ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere.
    (Tra l’altro mia madre ha un leggero strabismo e gli occhi scuri, penetranti).

    E poi vi confesso una cosa: a prendere in giro gli ammiratori sonori me l’ha insegnato proprio lei. La lezione delle madri è sempre così importante!

  4. FlaviaTTV
    FlaviaTTV11-09-2014

    Io da neopatentata dopo vari imbarazzi avevo sviluppato una tecnica infallibile ai semafori salernitani: mi affiancavo alla coda o mi spostavo prima che mi affiancassero, in un modo tale da non lasciar MAI vedere al vicino la donna alla guida. Anni dopo a MIlano l’unico episodio carino del genere: un motociclista è così deliziato dal vedere una ragazza, anche lei in sella a una moto, che mi invita a prendere l’aperitivo con lui. Gli ho detto che purtroppo avevo un altro appuntamento ma grazie, sei gentile… e ho sgasato schizzando via!

    • M di MS
      M di MS11-12-2014

      Donna del mistero!

  5. Marta _ Stikets
    Marta _ Stikets11-13-2014

    Anch’io son passata per la fase: non capisco perché lo sguardo di un uomo mi mette in imbarazzo!! Poi per quella di rispondere…molto più divertente: soprattutto quando lasci a bocca aperta lo zoticone!! Adesso mi fa bene ricevere un complimento e ho imparato a farli anch’io…tanto a donne come a uomini, conosciute e conosciuti: son meglio di un buon caffè!!

    • M di MS
      M di MS11-17-2014

      Quando uno sta bene con se stesso i complimenti agli altri vengono facili e spontanei. Immagino ch però tu li faccia a chi conosci e non per strada, vero? 😉

  6. Angela Ercolano
    Angela Ercolano11-23-2014

    Sai che questa dei complimenti e’ una caratteristica del maschio italico ? Anche quando ero giovane e bella e giravo all’estero con le amiche gli altri uomini non ci filavano di striscio, se proprio erano interessati ti venivano a chiedere garbatamente se volevi qualcosa da bere

    • M di MS
      M di MS11-24-2014

      Mi verrebbe da dirti che è il “complimento” da maschio latino, però ricordo anche che come ci fischiavano dietro in USA a me e alla mia amica mai più nella vita! Forse un giorno dovrei raccontare com’è vivere in un campus universitario!