Memorie di una patata
Di ritorno da una ritemprante vacanza in montagna i ricordi più vividi riguardano le lunghe ed avventurose discese in bob attraverso i boschi, le arrampicate, le camminate nel bianco latte di una tormenta di neve, le sfide a palle di neve e monosci.
I bambini ridevano e si lanciavano, senza timore.
Quanto conta la complicità con i genitori nell’affrontare con entusiasmo le prime piccole avventure?
Saper giocare e buttarsi, spronare i figli a superare le paure con un esempio positivo, senza umiliarli, fare le cose INSIEME a loro. E’ fondamentale e per me è una rivincita.
Da piccola ero una patatona e la cosa mi veniva ricordata ad ogni piè sospinto. Era un’ingiustizia di cui allora non ero consapevole, visto che i miei genitori non praticavano alcuno sport ed in ogni caso non riuscivano a trasmettermi il senso del divertimento, bensì del dovere. Lo sport come una cosa che DOVEVO fare perché ero robusta e pigra, un obbligo.
La vera botta all’autostima sono stati gli anni di ginnastica artistica. Immaginate una bambina 10 centimetri più alta e 10 chili più pesante delle coetanee indossare un body aderente di lycra e cercare di fare una ruota aggraziata. Una tragedia, mi prendevano pure in giro. Pensate come mi sentissi insicura. Ancora oggi credo che la mia poca voglia di competere derivi da questa esperienza. Mia madre non capiva, io piangevo, ma a lei faceva comodo che la sua bambina facesse un’attività sportiva nell’orario di scuola, senza troppi sbattimenti logistici. E poi dovevo dimagrire. Mi sentivo in colpa.
Nella vita adulta ho continuato con lo sport, ma in modo anafettivo, come fanno di solito le donne che si guardano la cellulite allo specchio.
Poi un giorno, a 30 anni, ho scoperto che mi piaceva nuotare. Ho mollato la palestra e ho iniziato ad impegnarmi volentieri. Lo so che per molti le vasche sono il massimo della noia, invece a me danno soddisfazione e vi garantisco che i risultati si vedono. Trovare uno sport adatto al proprio fisico è essenziale per riuscire e non sentirsi degli incapaci.
Perciò ora che sono mamma prendo molto sul serio la scelta dello sport per i miei figli. Non voglio fare danni. Siamo mente e corpo, prendere coscienza delle proprie forze fisiche aiuta anche lo spirito e l’atteggiamento nei confronti degli altri.
Avere un figlio atletico mi riempie di orgoglio. Magari tutti i maschi sono così, mica lo so io. Però che bello vivere le sue piccole imprese sportive, vederlo così disinvolto. Invece con la femmina sono in crisi. La vedo bella, ma robusta. Le amiche fanno tutte danza, so che a lei piacerebbe, ma temo possa subire le umiliazioni che ho vissuto io, non sarà mai una silfide…Cosa faccio?!
Più in generale non credo tanto nello sport praticato una settimana all’anno, ma nello stile di vita, che è più istruttivo. Usare poco la macchina, andare a piedi, cercare occasioni per muoversi.
Voglio pensare di essere una mamma che offre il buon esempio – ora che non sono più la vecchia patatona.
Possibile che tutte noi abbiamo nel nostro passato almeno qualche lezione di ginnastica artistica??? Mia figlia non ha mai chiesto di farla e ovviamente non l’ho forzata… e mi son guardata bene anche da proporle la danza. Il saggio della cuginetta ai tempi mi fece venire i brividi: una serie di veline di sei anni! Io, come mia mamma, ho forzato la mano sul nuoto, sul resto scelgono e hanno scelto loro. Con i nostri permessi e la nostra lungimiranza. (al maschio che non voleva più fare calcio solo perchè non vinceva, abbiamo fatto capire che non era un motivo valido…)
E per quanto riguarda la tua bimba, se desidera proprio fare danza, falla provare. Sempre che non diventi una velina…. Ciao!
Vengo ora da una conversazione a tal proposito con Marito. Dice che devo smetterla di proiettare su di lei le mie paure. Dice che se avrà anche solo il minimo problema tanto lo saprà tutto il quartiere, arriveranno i pompieri e il 113, farà a brandelli il tutù. Perchè lei NON è una patatona come me! 😀
Grandissimo il Marito!
Ti capisco fino in fondo. Io ero e sono ancora oggi una patatona. I miei non praticavano sport (credo di non aver mai visto mio padre con una palla in mano, o tra i piedi) e io sono cresciuta di conseguenza: ancora oggi per imparare un’attività di qualunque genere che coinvolga il corpo imparo in un tempo triplo a quello delle persone “normali”. Con mio marito, poi, è un tragedia: lui è un fulmine a imparare qualcosa di nuovo!
Anch’io penso che l’esempio e lo stile di vita facciano molto. Anzi, i piccoli esempi (camminare e usare la bicicletta al posto dell’auto) forse aiutano di più i bambini che non un genitore che fa sport in modo quasi agonistico. Per ora vedo che il mio piccolo criminale è prudente, ma non ha paura di provare cose nuove. L’esatto contrario rispetto alla me-bambina. E non potrei essere più contenta!
Sì, sono rivincite. Perchè non approfitti di tuo marito per metterti un po’ in discussione? Per me è stato così.
L’esempio…hai proprio ragione! Mia figlia ha 11 mesi e già tenta di fare tutto quello che facciamo… una bella sfida (per noi patatoni intendo)!
Forza Panino!!!
(Questa la capiscono i fan di Elio, magari tu sei tra loro).
Prima di tutto: complimenti per il titolo….mi ha fatta piegare dal ridere!
Poi riflettevo come, anche nello sport, le aspettative dei genitori incidano sui figli!
In effetti lo sport dev essere divertimento, un passatempo, non un’altra fonte di stress e di confronto….
Io ho un passato da ballerina (quasi mancata) e spero che alle mie figlie piaccia la danza ma non voglio assolutamente che diventi un obbligo….Hai ragione, l-approccio migliore e’ cercare di fare le cose insieme, di buttarsi con loro, di accompagnarli e, come in altre cose, di lasciarli poi andare per vedere se quella e’ la strada giusta, se ce la fanno da soli o se, insieme, bisogna riconsiderare tutto e ricominciare da capo……
Ma sai che me mi sono accorta solo adesso del doppio senso?
Credo che prenderò spunto per un altro dei miei post hot!
Quanto al rapporto genitori-figli tra un po’ esce un mio post su genitori crescono, nel frattempo se vuoi leggi qui http://managerdimestessa.com/2011/04/23/alberto-sordi-e-la-tigre/
A quando il monologo della patata?
Presto, molto presto!
Sai che le provocazioni le accetto (quasi) sempre.
Anch’io avevo pensato ai monologhi della patata, pensavo a un post piccante :))))
No vabbè.
Anche a me da piccola mia madre mi obbligava a fare sport. E c’avevo anche il fisico: ero tra quelle alte, asciutta, con le spalle larghe che tutti mi dicevano sempre essere spalle da sportiva. Solo che io ero (sono) insicura: ogni sport mi metteva paura, la competizione mi faceva orrore. E così, ogni anno, mia madre mi mandava a fare qualcos’altro. Ed era peggio, perché nello sport ci vuole un minimo di costanza: io invece mi torturavo per qualche mese, poi cambiavo con un gran sospiro di sollievo, per iscrivermi a un altro corso ed essere nuovamente la peggiore.
Se la tua piccola è cicciotta, a quest’età non credo se ne renda conto, non essere tu a dirglielo! Io la manderei, poi se vedi che se la vive male al limite ci ripensate.
Più che cicciotta, robusta. Che poi è quello status borderline per cui se ti ammosci inciccisci e se ti dai da fare diventi atletica e piacente.
Mah, a volte mi dico che la cosa importante è coltivare se stessi in attività extrascolastiche, in qualcosa che non finisca solo nel voto a scuola, tipo un corso di teatro, canto etc.. Ma lo sport è veramente troppo importante!
Il mio percorso è simile al tuo, solo che i miei genitori si sono sempre rifiutati di farmi fare sport, per evitare che ne venissi “umiliata”. Invece penso che, se scelto con un minimo di criterio, mi avrebbe dato di più delle lezioni di pianoforte, che pure mi piacevano ma per cui non studiavo.
A 25 anni poi, dopo una vita da imbranata, ho trovato la danza e la storia la sai.
Come te, tengo in enorme conto l’opinione dei miei figli riguardo agli sport. Infatti Amelia quest’anno è iscritta a ginnastica e ne è entusiasta, mentre Ettore proverà un corso di equitazione per piccoli e assisterà a una lezione di ginnastica di Amelia per capire se gli può piacere.
Certo quei body sono agghiaccianti, li possono giusto mettere le bambine più acciughine!
Non farmi pensare a quei body, ti prego!!!
Alla fine siamo diventate mamme più consapevoli, meno male. Ma vedrai che da grandi troveranno un modo per lamentarsi di noi 🙂
Ti capisco!
E che facciamo di quelli che non vogliono fare proprio nulla? Nonostante il coinvolgimento di mamma e papà?
A) Calcio non gli piace, a tre/quattro/cinque anni gli passavi la palla e invece di calciarla o la prendeva con le mani o si chinava in cerca dei bruchi e possibili tane… :-))
B) Prova di judo, ha seguito pedissequemente 🙁 il maestro per poi dirmi fuori dalla palestra che lui non ci andrà mai e che “mammanonmicapisci” IO il pomeriggio sono stanco e voglio solo giocare! E faccio già due volte ginnastica a scuole e sai è pesante e, e, bla bla…
C) Prova di danza, ha seguito incollato al pavimento per poi sentenziare che c’erano solo bambine, ops veline. (Ha ragione da vendere)
D) Nuoto idem come al punto B senza la prova in acqua.
Beh ha solo quasi sette anni, intanto ci muoviamo solo a piedi, ogni tanto in bici e con il bel tempo ai giardini, non so fino a quando visto che quasi tutti gli altri compagni sono impegnati in corsi pomeridiani.
Scusa la lunghezza; mi hai fatto trasalire alla vista della “patata,” complice lo spot sulle omologhe fritte anch’io ho pensato male (o bene?)
Un bel problema!
Mi viene in mente solo che potreste andare insieme in piscina il sabato o fare una cosa insieme nel week-end, un minimo strutturata.
Quanto al titolo, adesso che ci penso chissà quanti maniaci verranno a visitare il mio blog…
Ciao! Ma quanti anni ha la tua piccola patata?
Perchè tutte le bambine si fanno affascinare dalla danza. Tutte. Anche il più maschiaccio tra le bimbe, almeno una volta nella vita, ha diritto, se lo vuole , di provare il tutù,. Anche solo per capire che poi non fa per lei.
Alla materna di mia figlia facevano dei bellissimi corsi di danza educativa, che più che essere i soliti balletti, erano finalizzati all’espressione del proprio corpo in forma libera. I bambini, maschi e femmine, interpretavano danzando i propri nomi o le stagioni o delle storie.. Davvero bellissimo! Non c’è niente del genere nella great milan?
Mia figlia , per il secondo anno, si sta divertendo con uno sport che mai avrei pensato le potesse piacere: il basket. Ma dall’anno di balletto c’è passata pure lei!
Lunedì abbiamo 5 minuti di lezione di prova, vediamo se sarà ammessa al corso delle amichette. Devo dire che i pantaloni nuovi le stringono parecchio in vita, speriamo in un bel tutù. Il basket un po’ lo fa con il fratello, aspetto che maturi per sviluppare i suoi gusti. In fondo non ha nemmeno 4 anni.
allora, è una patata tutta da scoprire!!
Ciao
io ho “risolto” con la scuola di circo, fa ginnastica (ha 4 anni) ma non è uno sport.
Benvenuta Manu.
Sì, anche io ho sentito questa cosa della scuola di circo, suona divertente, a volte i genitori non la prendono in considerazione perchè sembra futile. Ci penserò!