La riserva indiana delle mamme

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La riserva indiana delle mamme

   La mia amica S. lavora full-time ed ha uno splendido bambino di un anno e mezzo. Da quando è diventata mamma lamenta di sentirsi eternamente insoddisfatta di se stessa, sempre di corsa e in bilico tra impegni professionali e familiari, delegando la cura del figlio alla baby sitter con un marito forse troppo poco disponibile. Sente di fare tutto ma male.

Invece, la mia amica A. è mamma full-time di due bambine di 3 e 2 anni, le piace occuparsi della sua famiglia e si reputa soddisfatta, anche se una volta lavorava. Solo, le pesa non contribuire economicamente alla famiglia (cosa però non vera, se si considera il costo di baby sitter e nidi), pure se il marito non lo reputa necessario, ma è divorata da un sottile tarlo: le sue amiche.

 

Ad ogni occasione le amiche le ricordano quanto è importante il lavoro, l’avere una vita fuori casa, il non fare solo la mamma e la moglie. Questi commenti, dettati senza malizia e a fin di bene, fanno sentire A. colpevole. Colpevole di cosa? Di essere appagata della sua vita da casalinga, di avere trovato un equilibrio facendo una scelta che oggi va sempre meno di moda, di essere una donna che sta a casa in un mondo di donne che lavorano sia per necessità che per desiderio?

Le mamme a casa oggi sono poche e molto meno di un tempo. Dire che stai a casa ti fa sembrare una mosca bianca, una che si deve giustificare per la scelta (a volte non lo è nemmeno) che ha fatto.

 

Anche se è brutto a dirsi, io credo che le donne che criticano le mamme a casa siano in modo inconsapevole profondamente invidiose. Invidiose non tanto delle attività che pratica una donna a casa, poiché sono spesso ripetitive e poco valorizzanti agli occhi degli altri, ma dell’assenza di quell’angoscia, di quello stress che purtroppo avvolge chi deve svolgere il doppio ruolo di lavoratrice sempre al limite della performance ed essere mamma disponibile a 360 gradi.

Quindi, meglio pensare che una casalinga non faccia granchè, si annoi, abbia tempo per pensieri futili, pur di diminuire la sofferenza per la mancanza di quella grande ricchezza che è poter crescere i figli senza delegare ad altri e senza buttare l’occhio all’orologio.

  1. Lavoltabuona
    Lavoltabuona10-17-2008

    Sapessi come la capisco la tua amica…alla fine quel farti sentire un niente dal punto di vista sociale ti amareggia le giornate, intacca il piacere e la gioia di occuparti della tua famiglia e a lungo andare ti può anche creare complessi di inferiorità. Io ne sono la prova vivente.Non importa chi eri, se hai una laurea, se hai avuto lavori anche impegnativi, se hai una buona cultura personale…il tutto è annullato dal fatto di non avere un ruolo sociale “riconosciuto”. E’ un po’ il mio tarlo questa cosa ultimamente, porta tutta la mia solidarietà alla tua amica A. ^_^

  2. itmom
    itmom10-17-2008

    mi hai provocata con questo post? e adesso ti becchi la risposta lunga, l’argomento mi tocca troppo da vicino 😉

    io vivo circondata da amiche mamme lavoratrici che mi mandano mail stressatissime e stressantissime, di telefonare non hanno il tempo, in cui elencano tutte le cose che devono fare, che non riescono a fare, che vorrebbero fare ma non possono perchè lavorano, spesso il loro lavoro le fa imbestialire, hanno colleghi o capi insopportabili, insomma sono insoddisfatte del lavoro e insoddisfatte della vita privata, perchè obiettivamente dove possono trovare il tempo per pensare a loro stesse?

    ecco io mi chiedo spesso se (e come al solito faccio la premessa che non parlo di chi non può fare a meno del lavoro per motivi economici) pagare una babysitter o l’asilo nido, pagare tutte le attività sportive che si fanno fare ai figli spesso per riempire i pomeriggi, valga la pena. quanto rimane loro dello stipendio? mi dicono:’eh, ma quando sono grandi poi mi ritrovo il lavoro’, giustissimo, ma di questi tempi il lavoro è qualcosa di certo, di sicuro? i figli hanno bisogno di noi adesso, in questo momento.
    e poi la solita storia delle mamme a tempo pieno, delle quali faccio aprte anche io. Io sono a casa da 2 anni, e ti posso assicurare che non mi sono mai annoiata, non sono mai andata al bar con le amiche che non lavorano perchè il mio tempo libero, pochissimo, lo dedico allo studio, alla lettura alla realizzazione delle mie idee. e il resto del tempo ai miei figli. e sono fermamente convinta di riuscire ad andare avanti senza rimpianti proprio per la scelta, difficile, fatta un paio di anni fa di dedicarmi solo ai figli e non a un lavoro fuoricasa. questo mi spiace per chi non ci crede, non significa la morte cerebrale, ma solo un modo diverso di vivere la vita. cosa difficile da capire per troppi.

  3. M di MS
    M di MS10-17-2008

    Itmom: sono la tua fotocopia e mi fa piacere condividere la mia esperienza con te. Difatti ho aperto questo blog poche settimane fa in un momento di nervoso verso tutto quello che sembra e si dice sulle “mammalinghe”. Se leggi il mio post http://managerdimestessa.blog.tiscali.it//Il_tempo_della_mia_libert__1929877.shtml capirai come anch’io abbia imparato a non sprecare il tempo ed anche ad automotivarmi, lontano da un ambiente come quello dell’ufficio che è in grado di trainarti anche se qualche volta non hai voglia di lavorare.

    Lavoltabuona: mi dispiace leggerti così in crisi (sono venuta anche sul tuo blog). Scusa, ma ora che i figli crescono perché non provi a mettere a frutto la tua lunga e provata esperienza lavorativa? Quale? Fare la mamma! Per es. si può fare del volontariato in convenzione con le scuole elementari e medie aiutando i ragazzi nel doposcuola. Oppure un’altra cosa nei tempi e nei modi compatibili con la tua famiglia.

    Itmom e Lavoltabuona: vi racconto una cosa se già non la sapete. Quest’anno il premio letterario Campiello è stato vinto da Benedetta Cibrario – una casalinga al debutto! – con il romanzo “Rosso Vermiglio”. Leggendo una sua intervista su Vanity Fair mi è rimasta impressa una cosa. Lei diceva che quando alle feste diceva che era “solo” una mamma notava l’immediato disinteresse negli occhi del suo interlocutore. Dopo aver fatto 4 figli e scritto un libro, poteva finalmente rispondere che scriveva libri e tutti a farle domande con curiosità.
    Ma noi mamme bloggers non siamo un po’ scrittrici anche noi?

  4. itmom
    itmom10-18-2008

    sai, io la vedo un po’ come le donne che puntano tutto e solo sull’aspetto fisico: appena i segni del tempo si fanno vedere, ecco che inizia la solfa: ‘da giovane sì che ero bella, sapessi quanti ammiratori!’.
    è un po’ la stessa cosa con le mamme che hanno lasciato il lavoro. non importa quanto fosse importante l’incarico che avevi, quante persone obbedivano ai tuoi ordini, non era quello che faceva di te una persona importante e in gamba.

    bello il commento della Cibrario, è vero, ecco perchè evito come la peste le feste e le cene, in cui quando inizi a parlare ti chiedono subito cosa fai di bello, e se il lavoro che svolgi suona ‘creativo’ allora ti sei aggiudicato l’interesse dei commensali, altrimenti vieni relegato a ‘minus quam…’
    è tutta questione di immagine, se qualche pubblicitario rivalutasse l’immagine della ‘mamma’ allora sai quanto saremmo in auge! ;))

  5. solita
    solita10-18-2008

    eheheh
    è normale che questo argomento arrivi e ritorni e si ripeta nei blog di mamme
    pero’ mi fa sorridere lo stesso 🙂

    le mamme che lavorano pensano che le mamme a casa non facciano niente?
    ma anche le mamme a casa pensano che quelle che lavorano facciano troppo, che abbiano qualcosa da dimostrare, che buttino via il loro stipendio etc etc etc
    ognuno tira sempre acqua al suo mulino.

    Parlate di amiche che non sono soddisfatte della loro vita e allora dovrebbero interrogarsi. A prescindere dal fatto che siano a casa o invischiate in brutti lavori.

    Ognuna ha una strada che PUO’ percorrere e deve lottare per averla.
    Io se stessi a casa morirei.
    Lavorando non mi sento mai frustrata. Non mi manca il tempo per me perchè il lavoro è tempo per me.
    Io a casa non riuscirei a fare come itmom e coltivare interessi. Mi sentirei sola, mi mancherebbero gli amici che incontro ogni giorno, che mi stimolano, che mi appagano. I rapporti interpersonali, i più o meno finti corteggiamenti. Sono una donna pigra, non mi vestirei nè mi curerei.
    Ognuno è fatto a suo modo.
    Non butto via lo stipendio perchè ho i nonni e io e mio marito abbiamo due stipendi “normali”, togliendone uno dei due non staremmo in piedi.

    Adesso che ho un figlio solo ce la faccio.
    Dovessi averne un altro mi mancherebbero due ore al giorno, e sto lottando (o forse solo sognando) per ottenerle.

    In definitiva voglio dire, come ho già detto in altri blog, che questi discorsi lasciano il tempo che trovano: c’è chi a casa starebbe male e sarebbe una cattiva madre. C’è chi a lavorare con figli starebbe male e sarebbe una cattiva madre e una cattiva lavoratrice.
    Ognuna deve cercare il suo modo ed essere serena.

  6. Raperonzolo
    Raperonzolo11-07-2008

    Io sono fortunata, in GB le mamme con bambini in età prescolare che lavorano full-time sono una rarità. Parte per via del costo stratosferico dei nido (3-4 volte più che in italia, insomma uno stipendio medio non basta), parte perché ormai è la cultura di qui. E’ visto non solo come normale ma anche necessario che almeno un genitore stia con i figli. Non per niente qui non esistono nido pubblici e la materna i bambini la frequentano un solo anno e solo per due ore e mezza al giorno. Bisogna aspettare che abbiano 4 anni e mezzo e comincino le elementari.Fino a poco tempo fa lavoravo part-time nei weekend e vivevo benissimo questa strana situazione di lavoratrice e mamma full-time. Ora ho perso il lavoro e la cosa non mi ha fatto né caldo né freddo. Ho deciso per almeno un anno di starmene tranquilla e poi cercare un’occupazione compatibile con il calendario scolastico. I bambini sono la mia vera priorità. E’ bellissimo fare le mamme a tempo pieno!

  7. paroladilaura
    paroladilaura09-18-2012

    Ti adoro, ma tanto tanto!

  8. Letizia
    Letizia09-18-2012

    Ogni volta che scrivi mi scombussoli la pancia! Ad ogni modo faccio tesoro delle tue conclusioni. Io finalmente ho trovato un mio equilibrio, ma all’inizio è stata dura, anche ora per la verità, ma solo perchè ho l’impressione che il resto del mondo non accetti il mio nuovo ruolo di moglie e mamma. Fino a qualche anno fa il mio mondo era il lavoro e ci mettevo pure la faccia, nel vero senso della parola. Ora è tutto un coro: ma cara, non ti manca la tv? Ma che peccato e bla bla bla. No, non mi manca, rispondo, ed è la verità. Oddio, qualcosa mi manca, mi piacerebbe continuare ma senza mettere la faccia, un dietro le quinte, ecco, ma so che sarebbe improponibile.Piuttosto sono altre le cose che possono preoccuparmi, come il non poter dare un mio contributo all’andamento familiare, o avere la soddisfazione di essere indipendente, visto che per quindici anni ho avuto la fortuna di esserlo. Ma come farlo capire che sto bene comunque e a prescindere? Semplice! Ora, finalmente me ne frego altamente di commenti del tipo ” sei passata dalla cronaca alla cacca e pannolini”, perchè so che sto camminando verso la direzione che a me piace, comunque vada. E poi vogliamo mettere la soddisfazione di alzarsi la mattina presto e non essere per forza truccata e taccata fino a sera tardi solo perchè te lo richiede il lavoro? Io mi sto godendo questo momento, senza trucco!

  9. verdeacqua
    verdeacqua09-19-2012

    ogni mamma sa il fatto suo. E credo che ognuna di noi debba cercare di sentirsi soddisfatta. C’è chi lo è facendo la mamma a tempo pieno e chi ha bisogno di lavorare e stare anche fuori casa. In ogni caso, indipendentemente dalla quantità di tempo che si passa con i propri figli, è importante stare bene, bene con loro e con se stessi. Trovare il tempo e quando lo si ha fermarlo.

  10. M di MS
    M di MS09-19-2012

    Resto sempre molto colpita dall’attualità di certi post ormai datati. I temi sono sempre quelli, in fondo.
    Del resto questo fatto della cd “invidia” me lo ha fatto capire molto bene mia madre. Quando lavorava e io ero piccola continuava ad avercela con le casalinghe “che non fanno niente tutto il giorno e stanno 3 mesi al mare. Così come le insegnanti”.
    Alla fine lei cosa invidiava? La possibilità di gestire il proprio tempo, perchè era una donna molto stressata.