La notte dei 100
Sono le 20.30 di un venerdì di fine novembre a Milano. Appuntamento al PAC per una visita privata della mostra “PIXAR 25 Anni di Animazione” con altri 99 sconosciuti, tutti fedeli ascoltatori di Melog 2.0 , raccolti per cooptazione dal conduttore-guru Gianluca Nicoletti. Guru perché uno con una erre moscia così può condurre solo una trasmissione il cui titolo è il titolo di una sua vecchia trasmissione scritto al contrario. Guru perché è quel tipo intellettuale che seduce le donne con le sue doti affabulatorie.
La serata è stata pianificata nei dettagli in un gruppo segreto su Facebook. Abituata come sono a leggere di figli, asili, scuole, mamme più o meno scoppiate, mi trovo immersa in appuntamenti per l’aperitivo, scelta del dress code per attirare lo sguardo del Guru, scambio posti auto con posti letto per chi viene da fuori Milano, velate allusioni. La fibrillazione cresce per i 99, tranne una, cioè io, che sono sì contenta, ma dopo il terzo Momcamp ho superato l’emozione del primo incontro reale post virtuale. E poi mi sento un po’ troppo sposata per la serata!
All’arrivo infatti mi ricongiungo a due brave madri di famiglia in libera uscita e garrule cogliamo l’attimo.
Metà dei partecipanti (in prevalenza donne) sbirciano la mostra cercando di non allontanarsi troppo da Nicoletti, il quale elabora una finta teoria femminista di sollevazione della donna dal gravame delle troppe responsabilità offrendosi simbolicamente di sollevare di peso – nonostante non sia proprio un marcantonio – alcune tra le fan più in carne. Evidentemente la donna robusta ha ancora degli estimatori.
L’altra metà dei partecipanti invece è proprio lì per la mostra Pixar e passando tra le persone si possono ascoltare anche conversazioni interessanti sui contenuti (a parte quel padre di famiglia che cerca di convincere la moglie al telefono ad ospitare per la notte un ragazzo di Genova troppo simpatico e che forse perde il treno).
Questo il contorno mondano, ma veniamo al succo.
Questa non è una mostra per bambini piccoli, dove passare un pomeriggio. Non è nemmeno una mostra per adulti se non si ha un minimo di interesse per la meccanica del cinema, i fumetti e il gesto artistico del creatore di personaggi. Veniteci se sinceramente avete voglia di scoprire l’artigianalità dei cartoni animati di animazione e soprattutto se avete voglia di spiegarla a vostro figlio. Beninteso, non è una mostra difficile, ma rischia di darvi poco se vi fermate in superficie.
Dal mio punto di vista è stata illuminante su un aspetto: quella che noi consideriamo computer animation in realtà è il frutto finale di un percorso artigianale e manuale che solo al termine si concretizza in un’immagine video completa di effetti speciali.
Vi faccio un esempio.
Guardate la delizia di questa scheda tecnica di Hudson Hornet.
Vi conquisterà anche uno zootropio di Toy Story veramente speciale. Ma non pubblico il video per non rovinarvi la sopresa!
Riflettevo poi su come i cartoni Pixar siano in grado di appassionare giovani e adulti. Non si tratta solo della tecnica, ma anche della capacità di scrivere storie moderne, trascinanti, commoventi, credibili anche se incredibili. Non so voi, ma io davanti a “Toy Story 3” piango di nascosto dai miei bambini!
E quindi il nuovo immaginario collettivo si ridisegna intorno al mondo Pixar, ma anche a Star Wars, Indiana Jones e Pirati dei Caraibi. Cappuccetto Rosso va a braccetto con Woody: questo racconteranno i nostri figli ai loro figli.
Vi lascio con due immagini emblematiche.
e
la parte più bella è comunqe la triste figura di questo affabulatore di donne in cerca di attenzione. un quadretto da farci un film…
Una corresponsione di amorosi sensi, piuttosto.
grazie di quello che hai raccontato della seraa, ero molto incuriosita anch’io ma non avevo voglia di competere per entrare alla notte dei publivori 😉 così posso coglierne il succo direttamente dal divano e senza aver incontrato nicoletti. ahhhh ;-D
Beh, era proprio questo lo scopo!
Però la mostra merita, te la consiglio.