La domenica intelligente
Potrei sfogare la mia insoddisfazione scrivendo un post lagnoso sul brutto tempo che rovina i week-end, sulle influenze dei figli che impediscono le recite di fine anno o sulle date di inserimento all’asilo che di fatto rendono effettiva la proposta scellerata di andare a scuola a ottobre. Potrei.
Invece ve ne scampo e vi racconto la visita di famiglia alla Triennale di Milano, uno dei fiori all’occhiello della città, nello specifico all’esposizione Triennale Design Museum.
Ci andiamo perchè segnalata come attività di famiglia su vari siti mammeschi, il tempo è orrido e i genitori vogliono usare i neuroni superstiti, quindi meglio dedicarsi ad un’attività ”intelligente” al chiuso.
Diciamo subito che il palazzo della Triennale è un gran bell’edificio di epoca fascista, con un ingresso ampio e monumentale, grandi vetrate, spazi espositivi enormi: decisamente un bel posto in cui correre e rincorrersi.
Nelle intenzioni dei curatori (tra cui Mendini, mica pizza e fichi) è che oltre al design istituzionale dell’arredamento, esista un mondo parallelo di design non ortodosso. Sarebbe a dire tutto ciò che ci circonda da cui si possa trarre un’idea di bello, utile, creativo, particolare.
Devo essere sincera: non abbiamo capito veramente quali siano stati i criteri di scelta degli oggetti esposti. Sì, d’accordo “la rete di relazioni e rimandi”, però non è chiarissimo cosa lega un paio di scarpe-scultura ad un modellino di città ideale. Invece ai bambini tutti questi ragionamenti non interessano per niente e forse proprio per questo motivo, per il non sense di certi accostamenti, la visita al museo è risultata gradita.
Come d’abitudine eccovi una rassegna di immagini che hanno attirato la mia attenzione.

Bambola di pezza. Notare il pancione con lampo che si apre, da cui esce il figlio, e automatici per l'allattamento!

Un ragazzo ha perso la propria casa durante il terremoto de l'Aquila. Ha racchiuso alcuni calcinacci in una scatola che ha portato con sè durante varie peregrinazioni.

I miei preferiti! In alto rosario elettronico. In basso rosario usa e getta fatto di palline di plastica da schiacciare ad una ad una. Semplicemente geniale!
Ai bambini viene regalato un libretto con una storia seguendo la quale ognuno dovrà cercare alcuni oggetti esposti. Un bel modo per raccogliere l’attenzione dei piccoli visitatori.
Li troviamo tutti, ma poi alla fine siamo un po’ stanchi!
E ci viene una gran fame. Andiamo al ristorantino del Museo, attraente e molto di tendenza. In mezzo alla folla dei creativi e dei VIP visitors che mangiano a quattro palmenti, troviamo l’unico tavolo libero. Ma è prenotato. Proprio così. Non si offre a chi visita la Triennale la possibilità di sedersi e rifocillarsi, come in qualsiasi museo, bensì si accettano le prenotazioni, perchè si nutrono ambizioni da posto figo.
Così la bella visita finisce in questo modo.
la triennale organizza cose sempre interessanti ma soprattutto FATTIBILI con i bambini. Bravi!
bella questa cosa del libro per i bambini con il percorso.
peccato però per il ristorante. ma perchè a volte siamo così provinciali da separare le persone in VIP e non?
vedi, a me Milano fa incavolare per questo. l’ ambizione da posto figo.
vabbè.
mi hai dato un bello spunto. e un non-suggerimento per il pranzo!
paola
p.s. voglio la bambolina di pezza col pancione e la tetta.
La bambolina è veramente creativa e penso che per un bambino sia un vero divertimento giocarci!
Cmq io sono stata molto sedotta dal rosario uso e getta, con le palline da scoppiare. Ci vuole una bella fantasia per inventarsi una roba del genere!
bellooooo,
però il tavolo prenotato lascia un po’ di amaro in bocca…
Dal momento che Fagio e Buddina hanno la stessa età suppergiù dei miei figli, seguirò il tuo esempio. Anche se preferirei programmarmi delle giornate al Trebbia, se il tempo si mettesse al bello!
buono a sapersi, così eviterò che si scannino in casa la prossima volta…
Sì, ma porta la merenda al sacco.Non si sa mai!
A me capita di passarci ogni tanto a ora di pranzo. Decisamente il ristorantino si dà arie da posto figo. E’ piu’ facile trovare un tavolo al ristorante del MoMA a NY in cui fare uno spuntino e due chiacchiere senza essere sbattuti fuori. La mostra però sembrava interessante, dalla descrizione.
Diciamo che è un posto particolare in cui è piacevole osservare oggetti veramente disparati e lasciarsi andare alla corrente dei pensieri.