I’m a Barbie Girl
Io ci ho provato. Lo giuro, mi sono impegnata, ho fatto il possibile.
Ho messo in libreria “Dalla parte delle bambine”, “Ancora dalla parte delle bambine” e “Contro le donne nei secoli dei secoli”, pensando che un giorno mia figlia troverà di che leggere in biblioteca.
Eppure non è servito a niente ed è sempre colpa sua. Di Lei.
Bella, bionda, giovane, elegante, sempre perfetta, sorridente, vincente, positiva.
Barbie.
E’ arrivato a casa il cd di “Accademia delle Principesse”: rosa, con le figure grandi e quel logo “Barbie” che anche se una non sa leggere sa già cosa significa, lo riconosce, lo vuole, lo brama. Non avevamo ancora visto il film, ma Buddina girava per casa agguantando la custodia del dvd, studiandone ogni dettaglio esterno ed interno, annusandola.
Poi la Visione.
Credo che abbia capito la metà della trama, ma sono arrivati i messaggi che le interessano: Barbie è bellissima in un mondo di bellezza, con amiche belle. Indossa bei vestiti, dorme in un letto bellissimo e frequenta una scuola dove tutto è rosa, fucsia, dorato. Alla fine diventa la Principessa dell’Accademia e se anche per tutto il film ci spiegano che la vera nobiltà è quella dell’animo (quella di Beatrice di dantesca memoria, per intenderci), beh, la ragazza in questione però ci è nata principessa, solo che la Cattiva l’ha portata via dopo aver sterminato la sua famiglia.
Comunque è una scuola moderna: tra le materie c’è “come bere il tè senza il risucchio”, “camminare con i libri in testa”, “balli di gruppo” per la quale ammetto una smaccata preferenza avendo frequentato anni or sono un corso di danze irlandesi e valzer figurato. E poi ogni studentessa ha una tutor. Non una laureata in psicopedagogia, ma una Trillie per adolescenti, il che per Buddy è stato veramente il massimo: l’evoluzione di Trillie in Barbie style, un orgasmo!
Va riconosciuto agli autori del film un certo sforzo di aggiornamento: le ragazze si danno da fare, chi è cameriera, chi dj, chi giocatrice di calcio e si accenna alla povertà (trilocale vista ferrovia). Certo che le materie di studio e la vittoria finale battono sempre sul chiodo Bellezza Suprema.
E qui dobbiamo essere oneste: le donne vogliono essere belle. Vogliono essere intelligenti, preparate, sensibili, non vogliono certo essere inchiodate ad uno stereotipo, ma chi più chi meno vuole anche essere bella.
E il mito Barbie ti colpisce lì, sotto la cintola. Altrimenti non saremmo ancora qui a parlarne dopo tutti questi anni.
Basta, sdoganata Barbie mi è toccato fare outing. Ho riesumato dalla cantina la mitica valigetta anni ’70 delle mie Barbie, e ho passato il tutto a Buddy, come in un’investitura da madre a figlia.
Passano gli anni, ma alle bambine piace:
– più vestire compulsivamente le bambole che creare occasioni di gioco con le medesime
– possedere molte scarpine colorate, metterle, toglierle, spaccarle, perderle sotto il divano, piangere
– Ken è un accessorio facoltativo di cui non si sente un gran bisogno
Ergo – beccatevi questa pillola di filosofia – Barbie è la metafora della Donna che dialoga con se stessa di fronte allo specchio, che si cambia dieci vestiti prima di trovare quello giusto, che pensa ai commenti delle amiche e non allo sguardo del maschio.
Altrimenti non si spiegherebbero questi siti di collezionismo. Guardatene uno e poi cronometrate il tempo che ci passate cercando di riconoscere il modello della vostra infanzia.
My Barbie Site – Barbie Doll – Giorgia Club – Barbie Colllector –Mondo Barbie
Dunque, siamo partiti da “Accademia delle Principesse”, un film innocuo come una Barbie, nel senso che se non amate Barbie non fate vedere questo film a vostra figlia. Poi però resistete per davvero e non compratela nel negozio, perché altrimenti non vale!
Concludo dicendo che svariati stereotipi di genere resistono, ad ognuno il suo. Voi per esempio cosa pensereste di un marito che sul comodino ha questo libro?
Io non gliel’ho ancora fatto vedere ufficialmente ma lei, furba, lo guarda a pezzi anche in inglese e mi frega. Arrrgh
E’ peggio di una calamita, lo so!
è il mio avversario più duro! e se vedessi ieri casa mia al compleanno di mia figlia capiresti pure chi abbia vinto tra me e barbie. Anzi, chi ha STRACCIATO chi…
Tell me more, mi interessa la visione maschile di Barbie.
Bellissimo post, e io su questi stereotipi di genere credo che un pensierino bisognerebbe farlo, you know…
Fammi un guest post!
Non mi piacciono le donne che arrivate al potere mimano gli uomini…anche nel vestire…..il “tailleur”, icona della donna in carriera che deve mimare l’uomo per essere ascoltata. Barbie rimanda alla grazie ed alla cura di se attitudini prettamente femminili, si spera, utilizzando il cervello. Non amo il mondo principesco attorno a lei un po’ da favola ed irreale ma quanti giochi sono irreali, quante favole…parliamone. Personalmente ho regalato a mia figlia Barbie veterinaria, donna che lavora femminile e poi ho riesumato la cassetta delle Barbie (ne avevamo solo una a testa in tre sorelle) e dei mille vestiti fatti per lo più da mia mamma e da mia nonna. Ma quanto si divertono!!!
Allora vai sul sito di Barbie (lo ammetto, siamo andate sul sito di Barbie). Ci sono vari giochini tra cui quello della veterinaria, tutto coordinato con il merchandising naturalmente. Il mio preferito resta quello della baby-sitter: hanno avuto il coraggio di disegnare la cacca! Per loro questi sì che sono progressi!
sei mneglio del caffé dopo pranzo 😉 io di Barbie ne ho avuta solo una, che mio fratello ha provveduto a rendere punk tagliandole i capelli e immergendola in una mistura di pennarelli. avrei voluto il camper e la villa, ma mia mamma diceva che erano beni voluttuari e che li avrei dovuti costruire da sola. così è stato. mi è venuta una creatività pazzesca, ho imparato a badare all’essenziale e non ho mai veramente amato un uomo ricco di soldi (ricco d’animo sì, però). adesso però alle volte mi viene da pensare che un po’ di superficialità e materialismo in più (quel tanto che basta eh) non mi avrebbe fatto poi così male 😉 . allora mi sono fatta le mèches!
Deve essere stata dura senza questi gadget! Tua madre è una tipa tosta, ecco da chi hai preso. Mia figlia sarà invece dolcemente incoerente come la sottoscritta.
By the way, statte accorta che qualcosa dopopranzo al posto del caffé sta per arrivare…
io ho sofferto da piccola di non aver avuto la barbie. i miei erano ideologicamente contrari. poi una maestra ILLUMINATA me ne ha regalata una con la quale ho giocato moltissimo: sì certo vestirla, svestirla, perdere le scarpe etc etc. Non penso che abbia fatto danni nella mia psiche, anzi forse ha fatto nascere in me quel filo di femminilità (un filo eh) che ho coltivato una volta cresciuta e che era rimasto soffocato da una famiglia (una madre) ideologicamente sbilanciata verso un modello di donna che RIFIUTAVA il suo femminile. Quindi VIVA LA BARBIE. per inciso, mia figlia, 10 anni non ne ha mai voluta una… lei va avanti a fare la mamma o la maestra a cicciobello!
Generazione di donne che vai femminilità che trovi.
Penso che glielo ruberei (il libro)!
Il fatto è che a noi donne è dato seguire un corso di trucco E leggere McNab o Deaver, passare le mezz’ore su Polyvore E disossare un cosciotto di cinghiale, tenere i conti di casa E stare al telefono con le amiche, andare a funghi E fare shopping all’outlet. Personalmente, tra le cose che mi piacerebbe fare prima di morire, metto indifferentemente imparare a sparare con una pistola, indossare un abito da sera d’alta sartoria e addestrare un corvo reale con le tecniche di falconeria (che nel frattempo dovrei ancora apprendere).
Barbie stessa ha un sacco di declinazioni, e quando ci giocavo la trasformavo nelle eroine di Salgari e dei cartoni animati (no, la cosa dei vestiti era bella ma non principale per me).
Insomma, non vedo tutta questa dicotomia tra il giocare alle principesse e il diventare una donna con i valori e i modelli giusti.
Ho notato una cosa: quando ero piccola io quello che “spaventava” della Barbie era la fisicità: troppo donna, troppe tette, vitino sottile, trucco.
Oggi invece offre più inquietudini il ruolo che ciascuna Barbie rappresenta. La fisicità si dà più per scontata. O sbaglio?
Io la davo per scontata già allora: era una donna adulta e basta (dove “adulta” per me poteva comprendere anche l’adolescenza), che poteva vivere certe storie proprio perché non era una bambina. Nelle mie mani, diventava Lady Oscar, la Stella della Senna, Lady Marian o magari anche Robin Hood in versione femminile (che di solito in qualche maniera si innamorava del suo nemico, lo so, perversa fin da piccola…).
Avevi già una fantasia intrippante
“Bella, bionda, giovane, elegante, sempre perfetta, sorridente, vincente, positiva”. Hai dimenticato “tettona”
Cara “matilde 99”, hai scelto lo pseudonimo sbagliato! Ti conosco mascherina 😀
Di Barbie ne ho avute una quindicina e ci ho passato ore, intere giornate…Ora da mamma ipocrita di una bimba di 4 anni cerco di tenerla lontana, ma lei, archetipo moderno, naturalmente arriva comunque. 🙂
Archetipo moderno, bella definizione.
Io, che ho avuto un’infanzia infelice, avevo la “Bella Joy” Scherzi a parte, so che non mi crederete, ma l’avevo scelta io per un mio compleanno. La barbie era troppo truccata, era troppo siura per i miei gusti. Bella Joy (che tra l’altro era anche più grande), era una bella ragazzona dai lunghi capelli biondi, ma molto meno sofisticata. Era bella punto, senza tante impalcature. Me la ricordo ancora..il faccino tondo, gli occhioni azzurri e i vestitini home made, fatti dalla nonna, meno sberluccicanti, ma più raffinati. Se ci penso, una Raperonzolo ante litteram. Che vi devo dire? A me la barbie non è mai piaciuta. D’altra parte che vi aspettate da una bambina che impazziva per Lady Oscar?
Vabbè, però ti piaceva la mini-donna, non sei così lontana dalla Barbie. Anche perchè ad un certo punto Lady Oscar si travesta da donna…
Chiaro, non ne sono affatto immune!E se ne ho parlato è perchè, davvero, ero molto affezionata alla mia bella joy!
Stellina!
Bellissimi i vestitini stesi ad asciugare!
E bellissima la consegna delle tue barbie, oltre ad essere “preziose” in sè hanno anche 1 grande valore affettivo perchè erano le tue!
Che tenerezza!
mcomemamma
Vedo che hai colto il lato tenero e più veritiero della cosa. Al di là di tutti questi discorsi “intelligenti” che stiamo a fare è questo il punto: passare i giocattoli più cari ai figli. E’ un bel momento.
Qualcuno poi potrebbe dire “passare i propri stereotipi sessisti ai figli”. Anche questo è vero 🙂
la mia unica barbie era ballerina di danza classica (che io non ho mai praticato ndr) con una corona ficcata nel cranio che non si poteva togliere altrimenti rimaneva il buco, i capelli tirati su a coda (impettinabili) e un tutù orribile. E’ chiaro che non l’avevo scelta io. Sigh.
Della barbie non ho mai avuto altro, forse qualche scarpetta. Comunque ci ho giocato tanto tantissimo, inventandomi i vestiti e le avventure con big jim. Cosa abbia lasciato in me non lo so e non ci ho mai pensato. Senza dubbio una grandissima invidia per chi ne aveva più d’una. E un rimpianto per aver sempre desiderato il catamarano della barbie e non averlo mai avuto (quasi quasi me lo compro adesso su ebay).
Posso dirlo? sotto sotto prefrerivo il Lego…
Allora. Parliamone.
Intanto come ti permetti di riattivare nel mio cervello delle zone neuronali che credevo perdute per sempre?
E’ vero! Ero super incuriosita dalla pubblicità di Barbie ballerina, non che la volessi però aveva il suo perchè.
Io avevo la casa con l’ascensore e il camper, di cui oggi mi restano due seggioline.
Altro aspetto: i Topolino d’epoca. Contengono le pubblicità di Barbie fuori produzione. Mia figlia non sembra capirlo!
Ed infine, il Lego. Anche io adoravo il Lego (mio papà lo vendeva, figurati).
Possiamo dire che Barbie e Lego sono gli highlander dei giocattoli?
Ti prego! il libro forza bruta è fantastico! hahahaha
Io avevo barbie Haway quella con i capelli lunghissimi, e andava in giro sempre nuda, avrei dovuto capire qualcosa già allora, sulla mia scarsa passione per l’abbigliamento … meno male che c’è Caia!
Bello che hai conservato le tue barbie, quando mi sono sposata me ne hanno ragalata una con il mio abito da sposa, se entro un paio di anni non faccio una figlia femmina te la regalo per la tua Buddina
Ma dai, come sei carina! Tienila la tua Barbie che è un bel ricordo.
Barbie Hawai me la ricordo. Ma perchè non mi postate qua le foto delle vostre Barbie? Si può fare con copia e incolla, sapete?
Così ci facciamo due risate e un tuffo nell’infanzia.
Qui godo (per ora perchè so che arriverà anche il mio momento): mia figlia non ama per niente le Barbie.
Impazzisce per i bambolotti e gioca alla mamma tutto il santo giorno.
Le due Barbie che ci hanno regalato le abbiamo addirittura date via.
Detto ciò, devo comunque ammettere che io con le Barbie ci ho giocato tantissimo. Le mie Barbie avevano la Porsche a la Jeep e, anche se ho sempre desiderato la casa, aveva il camper. Era nomade ma di classe dai…
La cosa più divertente (e dopo in realtà il gioco finiva subito) era appunto vestirle e svestirle di continuo.
Insomma due Barbie non fanno mai male a nessuno dai!
Confessa: la Porsche era quella rosa???
Adooooro!
insomma, tutte avevamo una barbie ma ne volevamo un’altra, e se avevamo il camper volevamo l’appartamento, e se avevamo l’appartamento volevamo il cavallo, e pure Skipper con il pony.
In pratica Barbie era la nostra proiezione, un obiettivo lassù in alto da tenere presente anche solo per raggiungere un decimo di quell’altezza. Come quando ti chiedevano “Tu cosa vuoi fare da grande?” e rispondevi “L’astronauta”, anche se poi sei finita a fare l’autista del tram, ma almeno sei rimasta coerente. Vuoi vedere che possedere una Barbie aveva un suo lato psicoterapeutico di elevazione del pensiero?
Detto questo (sproloquio), e tornando sul sano sessismo, la mia Pupattola duenne alla Barbie non c’è ancora arrivata, ma il concetto di “si sposò con il principe e visse nel castello a cinque piani felice e contenta senza muovere un dito” è già nell’aria.
E’ un casino.
Nel marketing si direbbe “aspirational”.
Quest’anno mia figlia a Natale si becca la casetta portatile, poi vi dico se mi chiede il camper!
Quando ti chiami Barbara a ub certo punto la fissa ti passa per forza. Per mia fortuna.
Hai ragione, Barbie!
Meglio forza bruta che barbie (la prima velina della storia)
Igraine, bentornata! Quanto tempo…