Il gioco preferito di mio figlio
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Il gioco preferito di mio figlio

Siccome è sempre più facile criticare che proporre, ho deciso di raccontarvi qual è il gioco preferito di mio figlio, passatempo verso il quale sta sviluppando una forma di dipendenza per certi versi simile a quella che altri bambini possono avere per i videogiochi, ma con risvolti secondo me preferibili.

(Qui quella che parla è la brava mamma, il cui figlio un giorno scapperà di casa dopo anni di educazione progredita 🙂 )

La necessità, secondo me e Marito, era di indirizzare il figlio verso un interesse che

  1. lo rendesse socievole, quindi lo portasse ad interagire con altri coetanei
  2. lo obbligasse ad usare le mani ed acquisire qualche capacità da bricoleur
  3. aumentasse la sua scarsa attitudine alla concentrazione e alla pazienza
  4. lo coinvolgesse in un mondo immaginifico, ricco di saghe e personaggi da romanzo fantasy
  5. non fosse un videogioco

E dunque, pensa che ti ripensa…trovato!

Modellismo. Ma non un modellismo qualunque, bensì legato ai War Games.

In pratica si tratta giochi di strategia guerresca in cui tutto, dal soldatino al mostrillo, dalla scenografia al campo da gioco, viene acquistato e successivamente dipinto a mano dai giocatori. Quando l’armata è pronta ci si sfida tirando dadi, rispettando regole di ingaggio per cui si vincono battaglie con spargimento di sangue virtuale  e soprattutto utilizzando la logica e studiando la storia delle varie tribù su libri scritti in stile Tolkien-bellico.

Queste sono alcune creazioni di Lory, che piano piano ha iniziato a fare tutto da solo, raccogliendo il muschio ai giardinetti o il legno quando andiamo in montagna.

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Una cosa che abbiamo capito è che per avviare un bambino ad avere una passione occorre dedicargli del tempo. All’inizio Lory non sapeva dipingere bene, non sapeva di poter creare queste basi con il muschio, non aveva idea di come usare la colla vinilica (tipo il mitico Mucciaccia di Art Attack). Lo abbiamo aiutato, accompagnato a scegliere i pezzi in negozio, letto con lui alcuni libretti, anche per capire se il tema fosse adatto.

In sintesi, gli effetti positivi di questo hobby sono:

  • capacità di fare delle cose, anche molto piccole, con le proprie mani. Sembra che dopo anni di lavoretti all’asilo i maschi debbano disimparare a giocare con la colla e le forbici, avete notato?
  • creatività, perchè personalizza gli omini
  • maggiore capacità di concentrazione e pazienza
  • la soddisfazione di vedere nelle proprie mani il risultato del lavoro (un videogioco lo spegni e non ti resta niente)
  • il fatto che quando rientra a casa non chieda di accendere la tv ma di poter pitturare i suoi soldatini (epic win della mamma!)
  • il contagio di alcuni compagni, che hanno iniziato a fare lo stesso e giocano con lui
  • la prospettiva di un interesse che da pre-adolescente lo porti a frequentare le sale gioco con altri coetanei (sì, tutti brufolosi, un po’ nerd e con le ascelle che puzzano, come ho potuto notare di persona l’ultima volta che siamo andati)

Effetti negativi:

  • le scatole di omini, il primer e la vernice costano. Secondo noi soldi ben spesi, anche se si può risparmiare qualcosa su Amazon.
  • il bambino non fa che parlare di saghe fantastiche e personaggi dai nomi assurdi a colazione, pranzo e cena. Io e l’altra figlia non ne possiamo più!

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Ho un unico rammarico.

Nonostante anche mia figlia sia stata coinvolta in ogni attività e quindi abbia imparato a dipingere, guerre e combattimenti le interessano poco, come a me del resto. Certo, nel negozio di Games Workshop dove andiamo a comprare e giocare ci siamo imbattuti in intere famiglie e ragazze appassionate, ma sono rare. Sarebbe bello che qualcuno inventasse un tema che potesse calamitare maggiormente l’interesse delle bambine, fermo restando il pitturare e creare l’omino. Il papà comunque le ha regalato una bellissima guerriera, bionda come lei.

Creatori di giochi, toc toc! C’è qualcuno all’ascolto?

 

 

  1. Mammachebrava
    Mammachebrava05-29-2015

    Bellissimo hobby…e sicuramente meglio dei videogiochi che portano a dipendenza e soprattutto non permettono al bambino di socializzare con i coetanei! Certo è un bel gioco perchè come scrivi tu ha comunque dei risvolti positivi. L’importante soprattutto che questo gioco/passione non diventi una “dipendenza” che lo potrebbe portare ad isolarsi dai coetanei…anche se ho letto che gioca con i suoi amichetti di scuola…e allora Buon lavoro!!!
    Teresa

    • M di MS
      M di MS05-29-2015

      Grazie.
      Ho scritto questo post perchè vorrei offrire ad altri genitori qualche informazione su giochi alternativi/complementari. La cosa bella di questo tipo di modellismo (che può piacere o no) è che poi si gioca insieme agli altri e se uno non sa cosa fare un pomeriggio può prendere le SUE cose e andare a dipingere in negozio gratuitamente. Una specie di club insomma.

  2. FUNemployment (@funemploymentIT)
    FUNemployment (@funemploymentIT)05-29-2015

    manualità e creatività nonchè grande pazienza per un hobby costruttivo e senza tempo, spesso sottovalutato e perduto in disuso, eccetto qualche nicchia. riscoprire il modellismo, o scoprirlo in tenera età come è successo a voi, è una vittoria contro l’invasione tecnologica con la quale lottiamo ogni giorno, non sempre con costruttività. buon lavoro!

    • M di MS
      M di MS05-29-2015

      Grazie di seguirmi così assiduamente!

  3. M.
    M.06-05-2015

    Bella idea!
    Quello della presenza femminile rimane per me un cruccio, è però in alcuni casi un circolo vizioso, quando le bimbe vedono una presenza massiccia di maschi e viceversa automaticamente si silenziano…
    Lo stesso dicasi per i prodotti Lego, tanta aggressività e lotta per i maschi e taaanto rosa e leziosaggine per le sorelle.
    Una saga con una protagonista femminile interessante potrebbe essere Hunger Games, mio figlio sta leggendo con piacere il secondo libro. Non so se esista nel modellismo.

    • M di MS
      M di MS06-05-2015

      Quanto anni ha tuo figlio? Giusto per capire se è un libro adatto al mio.

      • M.
        M.06-06-2015

        Ha 10 compiuti da poco, di norma la collezione la trovi nella sezione ragazzi. La scrittura è scorrevole, l’eterna lotta tra il bene il male e la ricerca delle proprie potenzialità lo hanno affascinato. Prima di affidarglielo l’ ho letto prima da sola, il secondo ha una prima parte più ‘lenta’ che abbiamo quindi affrontato insieme . I film, tratti dalla trilogia, se non ricordo male sono consigliati a partitre dai 13 anni.

        • M.
          M.06-07-2015

          Che ansia quel “prima”ripetuto tre volte! 😉