Cose da mamma e cose da papà. Cose da maschio e cose da femmina.
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Cose da mamma e cose da papà. Cose da maschio e cose da femmina.

In queste settimane è in onda su Rai3 il programma “Chiedi a papà”, la cronaca di 5 giorni in cui due mamme lasciano il nido per rilassarsi in un resort 5 stelle mentre i padri si occupano da soli della prole. Dal mio punto di vista niente di speciale, visto che a me è successo di fare lo stesso per motivi di lavoro, ma mi sto rendendo conto che per molte coppie si tratta di un evento eccezionale, al limite dell’esperimento sociologico. Sul perché questo avvenga ha espresso il suo parere anche Maria Paola di “Genitori e dintorni” e io sono sostanzialmente d’accordo con lei.

[Piccolo flashback

Qualche anno fa ho scritto un paio di capitoli di un manuale di sopravvivenza per mamme (“Hai voluto la carrozzina?”) e in uno di questi in particolare esprimevo il mio punto di vista sulla figura del padre. In pratica, raccontavo come mio marito avesse partecipato in modo assolutamente attivo e paritetico all’accudimento di nostro figlio e, senza rendermene conto, avevo abbozzato un nuovo profilo di famiglia italiana, proprio quella che oggi, dati alla mano, si conferma essere cambiata. Ecco l’infografica di Italia Che Mamme:

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Successivamente, sono andata a Sanremo con Iolanda Restano come inviata speciale delle mamme (il nostro hashatag era proprio #mammeasanremo), veicolando un’immagine di mamma che sa lasciare il nido e prendersi i suoi spazi. Tant’è che – udite udite – TV2000, il canale tv episcopale – ci aveva dedicato puntate su puntate di “Romanzo Famigliare”, proprio per sbirciare cosa succede a casa quando le mamme…vanno a divertirsi. Un’immagine molto poco tradizionale, specialmente per una tv del genere.]

Ma torniamo al 2016 e all’esperimento di “Chiedi a papà”.

Se la mamma va via di casa e il ménage è lasciato al papà cosa succede?

Secondo me il punto non è semplicemente divertirsi a vedere se il meccanismo della famiglia si inceppa o scivola via che è una meraviglia. Altrimenti le madri sarebbero solo delle baby-sitter/cameriere/cuoche/tassiste. Una madre non si giudica da come manda in giro vestiti i figli.

Il punto è che con l’assenza temporanea della madre manca anche il suo stile genitoriale, il tipo di rapporto emotivo ed affettivo con i figli: ogni suo gesto di cura trasferisce il suo amore e la sua personalità.

Anche se è vero che un figlio sa di essere amato dai propri genitori pure se non sono lì con lui, magari perchè al lavoro, dai, ammettiamolo, le lasagne della mamma quando sei stanco o giù per qualche motivo non sono semplici lasagne, sono un bacio e un abbraccio.

Dunque, i figli affidati al papà in esclusiva beneficiano di un apporto affettivo ed emotivo diverso, il suo. Aiutarti a fare i compiti, andare a scuola, prepararti la cena, vedere insieme la tv è un fare le cose con il papà, con una persona che ti ama con il suo carattere, la sua emotività, il suo modo di esprimerti affetto.

Domandona da cento milioni di dollari: ma esiste uno specifico della mamma e uno specifico del papà?

Una volta avremmo risposto di sì a questa domanda, senza particolari esitazioni. Oggi preferiamo dire che ognuno di noi possiede aspetti femminili e maschili e la nostra personalità, che è unica, è in grado di modularli.

Ho visto “padri femminili”, accoglienti, giocherelloni, a volte un po’ troppo ansiosi, e “madri maschili”, normative, proiettate verso il mondo esterno. Ma conosco anche madri single, costrette ad interpretare il ruolo del padre e della madre. E coppie omo, in cui forse sono più i caratteri ad accostare i singoli genitori ai tradizionali ruoli maschili e femminili.

Io personalmente vengo da una famiglia in cui la madre era tutto (maschio, femmina, capofamiglia, amministratrice del conto in banca) e oggi mi ritrovo in una famiglia, la mia e di mio marito, in cui il padre fa la voce grossa, pone i limiti in modo più tradizionale (e mi piace molto, la vita è più facile) ma cuce i vestitini delle Barbie e si alza la notte, mentre io sono super affettuosa e disponibile ma so anche tagliare la corda al momento giusto.

Insomma, per concludere.

Credo che nella famiglia sia importante lasciare spazio a tutti, che non debba esserci un genitore prevalente, che per necessità o scelta sia nei fatti più importante o rilevante dell’altro. Occuparsi materialmente dei figli, poi, magari perché i tempi del lavoro lo consentono, secondo me non deve diventare un’occupazione dei ruoli (volontaria o subita per la comoda…abdicazione del coniuge). Le famiglie in cui visibilmente decide tutto uno dei due genitori, in cui l’aspetto femminile prevale sul maschile o viceversa, non mi sembrano equilibrate e non generano equilibrio nei figli. So di cosa parlo.

La mia preferenza va ovviamente ai padri che ci sono, non solo materialmente, ma proprio con la testa, con la personalità, con l’orgoglio di fare i padri. Per i figli maschi un padre non dico vecchia maniera, ma sicuramente normativo, è fonte di crescita: il maschio alfa, il famoso limite da superare, secondo me non è affatto un figura retorica superata.

E il maschile e il femminile dovrebbero ondeggiare negli animi, come uno scambio di energia in una coppia che si rispetta, collabora e non vede la famiglia come un luogo in cui uno deve far prevalere la propria visione, ma in cui tutti sono ugualmente indispensabili.

Che ne pensate?


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  1. Mary “Mamma Medico” Doc
    Mary “Mamma Medico” Doc02-15-2016

    proprio ieri mia figlia arrabbiata con il papà gli ha detto “tanto è la mamma che decide tutto”. ho avuto una frazione di secondo in cui mi si è ghiacciato il sangue ma anche la prontezza di risponderle “sembra a te, perchè io fisicamente ci sono e organizzo, ma ogni decisione è prima concordata con papà”. che poi non sempre è vero, o non lo è per le cose minori. ma purtroppo spesso diversi tipi di lavori e di tempo a disposizione, fa si che a volte ci sia meno anche con i figli. anche se a volte ci si crogiola un po’ dietro questa scusa…

    • M di MS
      M di MS02-15-2016

      Penso che quello che è successo a te sia capitato a molte altre. Hai fatto bene a puntualizzare, secondo me, perchè a volte i bambini nei loro capricci pensano di riuscire a manovrare un genitore meglio di un altro. Vedere che i genitori decidono insieme aiuta a far percepire i genitori come una coppia. Poi certo, su tante cose spicciole decide chi si occupa dei bambini, ma sulle cose importanti meglio di no.

  2. acasadiclara
    acasadiclara02-15-2016

    beh dai a me l’altro giorno il pre-ado mi ha detto – all’ennesima richiesta di sparecchiare, sistemare, aiutare etc etc – “allora tu a cosa servi?”. bene. poi l’ha detto anche al papà. sconfitta a pari merito. (e mio figlio è uno di quelli che metterei tra i bravi e abbastanza rispettosi. pensa gli altri). La mia risposta in questi casi è che anche io lavoro e guadagno e non sono nata con la tessera ad honorem del club di quelli che sparecchiano e puliscono la casa, e che ognuno deve collaborare alle vicende della famiglia. voce di una che grida nel deserto. vabbeh, poi passa vero?

    • M di MS
      M di MS02-15-2016

      Ho detto la stessa cosa ai miei stasera. Credo che sia un atteggiamento che va al di là dei ruoli. Si chiama farsi servire finché si può!