Cosa interessa agli uomini?
Ieri su Facebook Francesca Sanzo ha commentato l’ennesimo episodio di violenza perpetrato da un ex su una donna in questo modo: “Ma a voi uomini tutte le volte che leggete una cosa così non vi viene da piangere e gridare #noncisto? a me verrebbe “.
Siccome tempo fa anche io ho scritto la stessa cosa oggi ne voglio parlare qui.
Guardate le bacheche Facebook dei vostri amici uomini: articoli di politica, anche dotti, attualità varie, foto vacanze, bella musica, video divertenti, hobby, disegni dei figli…Queste sono le cose che a loro interessa condividere con gli altri, le cose per le quali vale la pena investire un click di mouse.
La verità è che agli uomini (non a tutti chiaramente, ma una minima generalizzazione va fatta) il femminicidio NON INTERESSA come tematica sociale. I più sensibili si dispiacciono moltissimo degli orrendi fatti di cronaca di cui si ha notizia ovunque, ma in pubblico non ne parlano. E non ne parlano tra di loro. Mai.
Ne parlano magari con le mogli, di fronte alla tv, come quel brav’uomo di mio marito, che sente molto l’argomento, ma non commenta con nessun’altro a parte me e qualche volta suo fratello (che insegna autodifesa femminile, combinazione).
I motivi secondo me sono svariati:
– Tutti gli argomenti che riguardano le donne sono storicamente “cose da donna”.
– I gruppi di autocoscienza femminile anni ’70, seppure utili, hanno lasciato uno strascico “girls only” di discussione su moltissimi temi. E rinforzato l’abitudine culturale maschile a non affrontarli/a non fare troppa autoanalisi. Speriamo nelle nuove generazioni.
– La natura dell’uomo è quella di difendere (o il suo contrario) la donna del proprio branco, non le donne della comunità. C’è una forma di rispetto implicita dell’orticello dell’altro maschio, un non pestarsi i piedi, un vivi e lascia vivere, sono cose private.
– Tranne rare eccezioni e comunque sempre in argomenti non riguardanti le donne, l’uomo si espone se sa di avere un gruppo di pari che lo sostiene. La donna è più diretta e si mette in gioco in prima persona. Non dite che non è vero, difatti siamo sempre accusate di non essere abbastanza diplomatiche e di non fare sistema tra di noi.
– L’uomo è ancora in imbarazzo a parlare di sentimenti. Affrontare in pubblico di fronte ad altri maschi temi considerati solitamente femminili ne offre un’immagine più morbida, tenera, sfaccettata. Il rischio qui è di sentirsi dare del “femminista”, cioè del palle mosce, in un momento storico in cui persino alle donne non piace farsi chiamare così.
Per tutti questi motivi – e probabilmente anche altri che mi sfuggono – quando qualche tempo fa ho condiviso questo video sulla mia bacheca, solo due amici maschi hanno commentato, negativamente, l’iniziativa. Gli altri forse approvavano in silenzio.
Chi si è detto contro – sintetizzando – ha detto che al mondo esistono problemi peggiori della violenza sulle donne e soprattutto del fatto che gli uomini non ne parlino. Il vero problema è lo squilibrio della giustizia a favore delle donne esose nelle separazioni, che le donne sono egocentriche, pensano solo ai loro problemi e li comunicano in continuazione, cose così.
Ora, in questo post non intendo approfondire le motivazioni del femminicidio in atto in Italia, o meglio, di ciò che è sempre esistito solo che adesso ha una definizione pubblica e se ne parla sui giornali. Mi limito a dire che se le donne “rompono” sull’argomento hanno le loro tragiche ragioni e proprio non capisco perché dovrebbero dare la precedenza ad altro. E mi fermo qui.
Aggiungo però che se è vero che le mamme dei maschi hanno un ruolo fondamentale nell’educazione dei figli, ce l’hanno anche i padri ed è ora che tutti gli argomenti escano dai cassetti.
Basta poco: per esempio che anche i padri commentino con i figli i tremendi fatti di cronaca, senza cambiare canale disgustati. Perché sono certa che i nostri uomini lo siano e se ne dissocino, solo che parlarne non è nel loro DNA.
Tralasciando per un momento i fondamentali (una coppia che si ama e si rispetta reciprocamente è il miglior esempio per i figli), penso che i padri dovrebbero imparare a manifestare i loro sentimenti, ad esaminarli, a dare una forma a sensazioni indistinte che ognuno ha dentro di sé. Ed insegnare ai propri figli maschi a fare altrettanto.
Se penso a mio marito, penso che nessuna di queste opzioni sia giusta, Veronica. Semplicemente (ma magari lui lo dirà per conto suo), FB e i socialnetwork NON sono gli strumenti per educare i figli contro la violenza sulle donne. E mio marito questi argomenti li tratta a voce con la bambina, o con i parenti, o con gli amici… e non si sente più o meno uomo se li condivide su FB.
FB non è la vita reale, ed essendo gli uomini forse più realisti di noi (di me sicuramente), forse sanno che il luogo giusto per agire è la realtà, non un generico ‘mi piace’.
Scusa mammafelice, ma ti posso assicurare che tuo marito è una felicissima eccezione. Faccio politica antisessista da anni e la situazione generale dell’opnione pubblica “maschile” è anche ben più grave di quella descritta da Veronica. Inoltre, non condivido la tua opinione su FB: i social network sono parte della realtà – come tutte le altre cose – quindi una giusta educazione di genere va fatta anche lì. E infatti si cerca di farla – è noto che FB sia molto rapido a rimuovere nudi maschili, seni femminili o pagine politiche “scomode” sui alcuni temi, ma lascia tranquillamente esistere pagine sessiste, purtroppo. C’è ancora molto da fare, e se si comincia a sensibilizzare gli indifferenti anche con un banale “mi piace”, va bene così – purché sia l’inizio, è ovvio.
Capisco il tuo punto di vista. Ma penso che la ‘cultura’ del ‘mi piace’ sia un po’ sopravvalutata: ci abbiamo provato, abbiamo fatto tanto, lo facciamo ogni giorno in Rete. Ma questo discorso secondo me per funzionare davvero deve andare offline, tra la gente ‘vera’, perché noi siamo una élite piccolissima, e quelli che ammazzano invece sono lì fuori.
Non è un punto di vista – è la realtà che, come ti ho detto, pratico politicamente da anni. “Quelli che ammazzano” sono anche in rete (così come le potenziali vittime), e il lavoro va fatto culturalmente sia “qui” che “là”, perché sia “qui” che “là” la cultura sessista è diffusa lo stesso, passa per lo stesso linguaggio, veicola la stessa violenza, si nutre delle stesse immagini, pascola nella stessa indifferenza.
Mammafelice, ma io credo che qui si dica una cosa diversa, non di educare (vorrei sperare che non si educhino i bambini SU facebook, tanto per cominciare perche’ non dovrebbero essercene…), ma di parlarne, cosi’ come si parla di centomila altre cose, serie o facete, e’ il silenzio su questa in particolare che diventa assordante se pensi al chiasso per tutte le altre
Non saprei. Mio marito non fa chiasso su alcuna questione, su FB 🙂
Secondo me è PROPRIO lo strumento il nodo della questione. Personalmente parlando, ovvio.
ok, allora mettiamola cosi. Posto che Nex lo togliamo fuori dal discorso 😀 cosi’ stiamo tranquilli, ci sono molti uomini su FB che fanno chiasso su moltissime cose ma non su questa. Non credi che sia un’anomalia che va perlomeno evidenziata, a prescindere da se FB sia o meno un luogo consono ed efficace per la lotta sociale? Pensa a quanto si sta spendendo in parole sulla politica in questi giorni per esempio (e a come probabilmente queste opinioni stanno, volenti o nolenti, influenzando i politici)…
Davvero, non saprei. Io mi son riguardata gli uomini amici miei su FB, e ne parlano tutti. Se ti posso dire, quelle che se ne fregano o che condividono solo foto di cagnolini e frasine d’amore sono donne. Forse è questione di avere gli amici maschi scelti bene, davvero non lo so.
in altre parole, dal momento che su FB o sui social si parla ormai DI TUTTO, avere questa come una nicchia che uuuuhhh noooo questa ne discutiamo io e te in privato a papà, shhhh oppure uuuh no questa la discutiamo in un bel lavoro in classe, ma oh, non ne parlate fuori eh?… boh, a me pare anomalo, ecco
Sì, anche io la penso così. Grazie della discussione a cui aggiungo altre mie idee.
Per me il punto non è ovviamente solo FB. L’ho citato perchè era il primo esempio molto empirico che mi è venuto in mente, appunto perchè, come dice Supermambanana, è un luogo virtuale in cui si parla di tutto, anche di cose molto molto concrete, quindi il silenzio si sente eccome.
Se poi tu Barbara hai solo amici sensibili e aperti alla discussione, ne sono felice per te. A me finora non è mai successo.
E poi intendiamoci: a me quello che interessa dire è che a livello ufficiale (la stampa, la tv) non vedo personaggi maschili spendersi sull’argomento, tranne il “coraggioso” Marescotti del video. A me interessa di più questo.
C’è poi un altro aspetto: certi fatti sono così brutti che parlarne fa male, lo capisco. Però insomma, anche oggi a pranzo ho letto il giornale scoprendo che ieri una guardia giurata ha fatto fuori la moglie, l’ennesimo caso…io e mia madre ne abbiamo parlato, ma siamo sempre tra di noi, come se il mugugno silenzioso fosse sempre l’unica soluzione.
Bisogna mettersi in testa che certe cose non devono diventare importanti solo quando succedono a tua figlia o a tua sorella. Le donne l’hanno capito, la massa degli uomini italiani non so.
Manco a farlo apposta oggi prima di pranzo vado a prendere i timbri dell’azienda. La signora stava parlando con una cugina su un matrimonio fallito. Mette giù il telefono e ci dice (eravamo io e Nestore): in Italia c’è troppo maschilismo. E io: guardi, stavamo parlando proprio di questo in macchina.
Provocatoriamente le ho detto: E’ colpa delle madri e dei padri. E’ da loro che parte il germe del maschilismo.
E lei mi ha detto: Ma non è vero. E’ la società. Mio figlio ha 24 anni, studia e dice che quando si sposerà cucinerà e andrà a fare la spesa.
Nestore le ha chiesto: E in casa adesso cosa fa? Visto che lei è in negozio tutto il giorno, mi pare il minimo che vi faccia trovare il pranzo pronto. Che sappia farsi una lavatrice. Se lei lo tratta come UN UOMO che non deve fare niente, e su cui non ricade alcuna responsabilità, sta allevando un maschilista.
Insomma: lei era scioccata 😀
Non pensava possibile il collegamento del maschilismo con a una EDUCAZIONE maschilista, di genere. Per lei il maschilismo è colpa della società italiana maschilista. E infatti suo figlio quando sente queste notizie si dissocia (scommettiamo che si indigna anche su FB?).
Per me è stato davvero un’illuminazione. Pure peggio di quanto io immaginassi.
Guarda, oggi pomeriggio ero in macchina. La mia auto fa schifo, la tengo malissimo. Penso che nel w-e devo passare l’aspirapolvere. Poi ho ripensato ai nostri discorsi e mi sono detta che lo assegnerò al marito come task da fare con suo figlio. L’esempio deve essere questo.
È vero che dissociarsi in pubblico può essere anche solo un’operazione di facciata. Eppure resto convinta che qual cosa vada fatta per far capire agli uomini che i rapporti sani con l’altro sesso siano una priorità.
Come si fa ad entrare nella testa di un uomo?
Casca a fagiolo l’esclusione di FabriFibra dal Concerto del Primo Maggio.
Tutte scandalizzate le anime belle di Jovanotti, Elio etc. http://www.michelamurgia.com/cultura/generi/798-fabri-fibra-e-la-soglia-etica
Condivido quasi tutto anche se non frequentiamo facebook.
Aggiungo e l’ho notato con mio marito e alcuni parenti che spesso si sperimenta da parte loro una certa stizza/fastidio di fronte a questi discorsi. Ora dopo i numerosi casi anche lui incomincia ad essere stupito e preoccupato…
Pensiamo che siano sempre gli altri i responsabili e che in fondo non ci riguarda (molto banalmente è lo stesso quando non allacciamo le cinture ai nostri bambini o agli amichetti nei tragitti casa/scuola…gli incidenti
capitano “agli altri”)
Sì e il concetto di base cmq è troppo rumore per nulla. Molto ma molto maschile.