C’è bisogno di un social network per minori?
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C’è bisogno di un social network per minori?

A quante di voi è mai successo di pensare:

se ai tempi della mia adolescenza fossero esistiti i cellulari forse sarei stata meno timida e magari mi sarei risparmiata il supplizio di telefonare a casa di Tizio il sabato pomeriggio, passando dalla graticola di genitori e soprattutto sorelle maggiori sghignazzanti?

Sì, perché il destinatario chissà perché non alzava mai la cornetta e prima di fare quel maledetto numero era tutto un contorcimento di budella. Poter mandare un sms, un whatsup o un commento su FB sarebbe stato molto più comodo! Ma ci pensate? I nostri figli non conosceranno mai i piccoli drammi della timidezza che si consumavano nelle nostre camerette, ma del resto nemmeno noi capiremo cosa voglia dire dichiararsi o lasciarsi su una bacheca FB, magari sotto gli occhi di tutti gli “amici”.

Dico questo perchè qualche giorno fa ho ascoltato una puntata di Melog su Radio 24. Argomento interessante: secondo una ricerca effettuata dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza l’amico del cuore non esisterebbe quasi più a vantaggio del gruppo degli amici e della rete dei contatti. Andatevela a leggere qui.

Ora, nonostante i miei figli siano ancora piccoli, non posso fare a meno di portarmi avanti ed ascoltare con grande interesse tutto quello che si dice di internet, social network e relazioni personali.

Confido nel fatto che quando i miei bambini diventeranno grandi il tempo avrà contribuito ad evolvere l’utilizzo dei social e che certi errori del presente si potranno in parte evitare. Di una cosa però sono sicura: non si torna indietro. Inutile pensare che i nostri figli possano restare fuori da queste cose, anzi, anche il mondo del lavoro è già ampiamente nella dimensione sociale. I ragazzi interagiranno sempre in modo diverso da quanto abbiamo fatto noi. Meglio accettarlo, capirlo e vigilare.

Io e Marito stiamo facendo il possibile per inserire i bambini all’interno di un gruppo sportivo strutturato. Speriamo di riuscirci, ci sembra un modo per ancorare i ragazzi alla frequentazione fisica dei coetanei e  sottrarre tempo all’ozio (quello cattivo, del ciondolamento, padre di tutti i vizi). Cercheremo di essere all’altezza, con la collaborazione dei figli che sennò non si va da nessuna parte. E poi un bel segno della croce.

Meditavo su questo quando sono stata raggiunta da due notizie.

La prima: in California nel 2015 entrerà in vigore una legge che consentirà agli adolescenti di cancellare dal web i contenuti che potranno ritenere imbarazzanti, salvandoli così da un’eventuale gogna social, pericolosa anche per il loro futuro professionale. Quelle in pericolo perciò siamo noi mamme blogger: non siamo minorenni, dovremmo già sapere che certe cose non si scrivono su internet! 😉

La seconda: è arrivata in Italia la versione beta di un social network per minorenni, Twigis. Di matrice israeliana, sarà lanciato in grande stile grazie alla partnership con RCS e al via libera di Moige, Polizia Postale e Telefono azzurro. Se ci date un’occhiata i Termini di Utilizzo e Privacy sembrano rispondere alle esigenze di sicurezza dei genitori: per esempio viene richiesto il loro consenso per l’iscrizione o l’acquisto di beni (presumo app). Nonostante le garanzie e l’esplicito utilizzo della censura dei contenuti giudicati non appropriati, non mi sembra che il sistema sia completamente a prova di intrusione. Eppure di per sè un tentativo di alternativa ragionata per i ragazzi potrebbe essere utile.

Ma restano alcune domande:

– Anche accettando che un ragazzino sia presente su un social network dedicato, abbiamo voglia che sia esposto a messaggi pubblicitari targettizzati? Oppure è impossibile evitarlo in qualsiasi contesto, quindi è inutile chiederselo?

–        Lascereste che i vostri figli si iscrivessero a Twigis?

–        Pensate che un social “pulito” incontri il loro interesse o invece che Facebook resti più attraente nel suo essere più svincolato dal controllo dei genitori?

Fatemi sapere come la pensate, mi interessa moltissimo!

  1. lucyinvacanzadaunavita
    lucyinvacanzadaunavita09-26-2013

    Sono le stesse domande che mi sono posta io, mamma di una quattordicenne e di un dodicenne che da pochi mesi hanno in mano uno smartphone. Un social per minori mi sembra solo una gran trovata di marketing. Penso che i preadolescenti continueranno a frequentare ciò che già frequentano (FB e Instagram, ad esempio. Per non parlare dell’abominevole Ask) con o senza il permesso dei genitori.
    Penso anche che il social per i minori sia in realtà nato per accalappiare quella fascia di età che ancora non gira sui social tradizionali, ma che offre ottime potenzialità. I bimbi come i tuoi figli, quelli che frequentano le elementari (conta che ci sono ragazzini di quinta già ben presenti e attivi in FB), loro sono il target giusto.
    Da mamma dico che ne possiamo fare a meno di un altro social, ma se ripenso a mia figlia (che non ha un profilo FB, ma che frequenta Instagram), tra la quinta e la prima media utilizzava tantissimo un gioco, con chat annessa, che si chiamava Stardoll. Anche in quel caso per iscriversi doveva avere il consenso dei genitori, ma poi chi mi assicurava che nella chat non ci fossero pericoli? In conclusione, non è un social “controllato” che ci esime dal fare i genitori, dal controllare i nostri figli, dal condividere con loro il mondo digitale, dall’insegnare loro ad essere attenti e critici. E’ dura…. (scusa la logorrea improvvisa, ma l’argomento, come sai, mi interessa tantissimo!) Ciao!

    • mamma spettacolare
      mamma spettacolare09-26-2013

      sai che mi hai messo un bel dubbio?
      Ecco un argomento sul quale è difficile avere un opinione….
      la costruisco e poi magari te la dico, a proposito di social comunque, racconto un breve aneddoto di “scorrettezza-salvatrice” accaduto ad una amica, non con un figlio,ma col fratello più piccolo:
      lei si connette, scorrettamente, tramite la cronologia, va a sbirciare nel profilo del fratellino e tadà…conversazione con uomo che fissa appuntamento, promettendo ricarica del telefonino se accetta.Inutile dire che è successo un putiferio e che solo il caso ha voluto che lei intercettasse la conversazione…
      Mi dirai: e quindi?
      Quindi a prescindere, penso che non esista un social sicuro, per nessuno.
      Allora la domanda, alla quale però non so dare una risposta, è se si possa fornire ai più piccoli, i mezzi per muoversi liberamente in sicurezza, on line come nella vita.
      Ti farò sapere se arriverò ad una conclusione…

      • m.
        m.09-26-2013

        Pure noi ci informiamo e vigiliamo nonostante nessuno di noi usi abitualmente FB o altri social (io non mi sono mai iscritta, non mi serve né per gli amici, né per il lavoro).
        Al momento, visto che ha ancora 8 anni, ci limitiamo a farlo giocare tantissimo, siamo sempre ai giardini e lui apprezza con grande gioia. Noia in inverno? Qualche volta, ben rimpiazzata da Lego e costruzioni in genere e non abbiamo la tv tradizionale!
        Non so quanto durerà, il punto critico sarà in prima media e la sua scuola è un vero melting pop. Rimaniamo dell’idea che sia utile non mettere il pc in camera, non lasciare incontrollato il proprio tablet o smartphone e regalare un semplice telefonino per sms e chiamate di emergenza. Ho conosciuto genitori che hanno aspettato che i figli iniziassero la prima superiore per regalare il cellulare e non lo smartphone… , nessuno è morto per questo. Certo i ragazzi ti vedranno come un mostro venuto dal Mesozoico ma chi l’ha detto che bisogna fare i ggggiovani genitori, amici dei figli? Penso si possa essere a conoscenza delle ultime tendenze tecnologiche e allo stesso tempo esercitare il proprio diritto di veto su attività, oggetti di consumo, che seppur diffusi tra gli amici, tu madre o padre non ritieni adatti in quella fascia di età o per lo stile di vita familiare.
        E quando sarà il momento cercheremo di arrivare preparati, il più possibile, anche se l’errore, la dimenticanza o la leggerezza sono sempre dietro l’angolo.
        Scusa la prolissità e la scrittura un po’ frettolosa e poco fluida, spero di essermi spiegata comunque.

  2. M di MS
    M di MS09-26-2013

    Sono tutti commenti molto interessanti,non dovete scusarvi se andate lunghe, anzi! Io la penso come Lucy e M., però mi piacerebbe sentire il parere di qualche genitore più liberal…

  3. Alessia
    Alessia09-28-2013

    Cosa volevi, un genitore più liberal? Forse sono io, liberal ma non troppo!

    i miei figli sono ancora abbastanza piccoli e per ora il mio controllo è pressoché totale, in generale invece penso che i social siano utili per tutti perché sono potenzialmente il motore di idee, notizie e conoscenze infinito, oltre che un potenziale lavoro futuro per alcuni dei nostri ragazzi.

    Allo stesso tempo un nuovo social dedicato ai minorenni mi lascia piuttosto indifferente, trovo anch’io che sia una grossa operazione di marketing e sicuramente l’esposizione a messaggi pubblicitari targhettizzati è altissima ma lo è ormai un po’ dappertutto, quindi direi che è impossibile controllare la cosa.

    Senza mai perdere attenzione sui nostri figli, secondo me, il modo per fornire ai minorenni i mezzi per veleggiare sicuri online (ma anche offline) è di non stancarsi prima di tutto di conoscere noi stessi i posti che loro frequentano (anche in questo caso sia online che offline), l’ignoranza non ci aiuta a capire i potenziali pericoli e le opportunità eventuali, dire che facebook non ci serve lo trovo davvero miope, sarebbe come dire “mio figlio non andrà mai in discoteca”, anche se non dovesse servire a noi personalmente ci serve di sicuro a conoscere il mondo in cui viviamo e in cui sicuramente stanno o staranno spesso i nostri figli adolescenti, perché fatevene una ragione anche se mettete il veto loro troveranno il modo, la stessa cosa vale per ogni altro “posto”, in seconda battuta è non stancarsi di ripetere le regole che servono per imparare a “stare al mondo” come si diceva negli anni ’80, online e offline ci sono le persone e le regole sono le stesse di sempre, se non si seguirebbe uno sconosciuto che ci invita a fare un giro con lui in auto, la stessa cosa vale online, non si prendono appuntamenti con sconosciuti che offrono ricariche di cellulari o altro in cambio. Il dialogo con i figli è fondamentale, molto più dei veti, sia per insegnare queste regole sia per ottenere che ci parlino invece di andare a fare le cose di nascosto.

    Quando i miei figli saranno adolescenti (non manca molto) vi dirò se riesco a rimanere così liberale o no 😀

    • M di MS
      M di MS09-30-2013

      Secondo me sei “normale! O forse io farei come te. Vedo che Twigis comunque non riscuote molto interesse…